Né pop né rock. I feti, come i neonati, amano la musica classica. In particolare Mozart. Stando allo studio presentato da Institut Marquès al quinto congresso dell’International Association for Music and Medicine, che si è tenuto a giugno a Barcellona, la musica classica provoca un numero maggiore di reazioni nel feto rispetto ad altri generi musicali, con movimenti della bocca simili al canto. L’84% dei feti dimostra, infatti, di amare il genere classico più della musica tradizionale (79%) e del pop-rock (59%). Preferenze confermate anche dagli enfant terrible che hanno tirato fuori la lingua durante l’ascolto: la musica classica ha ottenuto una percentuale maggiore di protrusione (35%) di quella tradizionale (20%) e del pop-rock (15%). Per intercettare i gusti musicali dei nascituri, i ricercatori di Institut Marquès, che da anni conduce ricerche all’avanguardia sugli effetti della musica all’inizio della vita, hanno analizzato le espressioni facciali di 300 feti tra la 18esima e 38esima settimana di gestazione, in risposta all’emissione intravaginale di 15 canzoni appartenenti a tre diversi generi: classica, tradizionale e pop-rock. Sebbene il pop-rock sia lo stile che provoca meno reazioni nei feti, Bohemian Rhapsody dei Queen rappresenta un’eccezione. Pur essendo ancora sconosciuti i motivi che guidano queste preferenze, a conquistare i neonati potrebbero essere dunque i suoni semplici e ripetitivi. «Istintivamente continuiamo a parlare ai bambini con toni alti e melodicamente, perché sappiamo che è così che ci capiscono meglio, è così che si rendono conto che vogliamo comunicare con loro. Che si tratti dunque di una serenata di Mozart o del suono ancestrale del tamburo africano, il potere comunicativo delle melodie è innegabile. La più antica forma di comunicazione prima che verbale era musicale. Suoni, gestualità e danze precedono tutt’oggi le parole» spiega la dottoressa Marisa López-Teijón, direttrice di Institut Marquès. Lo studio, inoltre, dimostra l’importanza della stimolazione neurologica precoce, che può attivare percorsi cerebrali legati alla parola e alla comunicazione. È molto raro che questi movimenti si verifichino spontaneamente durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (solo il 3-5% lo fa senza alcuno stimolo).

"L’84% dei feti ha dimostrato di amare il genere classico più della musica tradizionale (79%) e del pop-rock (59%). Tra le tracce preferite “Piccola serenata notturna” di Mozart e “Bohemian Rhapsody” dei Queen”

In “contatto” tecnologico già prima della nascita
Lo studio sulle reazioni dei feti ai diversi stimoli acustici è stato effettuato con l’aiuto di un sound player pioniere. Dispositivo capace di trasmettere musica e suono della voce all’interno della vagina, è posizionato come se fosse un tampone ed è collegato al cellulare, risultando totalmente sicuro per la madre e per il bambino. Emette onde sonore fino ad un massimo di 54 decibel, che è il livello di una normale conversazione. Oltre a rendere possibile la comunicazione con il feto, questo dispositivo ha applicazioni mediche molto importanti: consente di scartare la sordità fetale e facilita le ecografie poiché, provocando una risposta nel bambino, migliora la visione delle strutture fetali durante il suo svolgimento. Approvato dalla FDA (ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), fornisce ai genitori un primo contatto con il loro bambino in quanto non solo consente loro di riprodurre musica per la stimolazione fetale ma, attraverso la app gratuita, consente di registrare i loro messaggi in modo che il bambino possa sentire la voce dei loro genitori anche prima della nascita.

a cura DI VIOLA COMPOSTELLA
con la collaborazioen della DOTT.SSA Marisa López-Teijón
Specialista in Ostetricia e Ginecologia Direttrice Institut Marquès di Barcellona.