Prima l’allarme legionella. Poi quello della “Febbre del Nilo”. Alzi la mano chi di voi, quest’estate, leggendo gli articoli di cronaca sui quotidiani, almeno per un attimo, non ha temuto per la propria salute e quella dei propri cari. Sarebbe anormale se non fosse così. Tra una preoccupazione giustificata e la psicosi però ne passa. E il confine negli ultimi tempi - tempi in cui sembra si viva sempre nell’attesa di qualche catastrofe che possa fare audience e coinvolgere emotivamente - è stato in molti casi oltrepassato. Basti pensare, ad esempio, alla reazione irrazionale scatenata dall’epidemia di polmonite causata da un contagio di legionella nel Milanese: nonostante le rassicurazioni da parte dell’assessorato sul fatto che la legionellosi non si trasmette né bevendo l’acqua, sebbene contenente il batterio, né da uomo a uomo o da animale a uomo, la paura è montata al punto da creare terreno fertile per l’entrata in scena di “sciacalli”, finti funzionari che si presentavano nelle case per fare controlli all’acqua dei rubinetti. Anche nel caso della “Febbre del Nilo”, causata da un virus che arriva dall’Africa con gli uccelli migratori e poi contagia l’uomo attraverso le zanzare, il rischio psicosi è stato dietro l’angolo, sebbene gli esperti abbiamo ripetuto più volte che la morte in seguito al contagio si verifica nello 0,1 % dei casi di infezione. E che dire di tutta la questione vaccini, che sta tenendo banco da mesi con polemiche anche molto accese che vedono da una parte i no vax e dall’altra i medici? A nulla valgono le rassicurazioni sul fatto che non provocherebbero, come molti ancora pensano, autismo. La convinzione del legame tra vaccini e autismo fu diffusa per la prima volta 20 anni fa sulla prestigiosa rivista Lancet dal medico inglese Andrew Wakefield. Pochi però sanno che, solo qualche anno dopo, lo stesso medico fu costretto a ritirare la sua ricerca perché risultò viziata da difetti metodologici e interessi economici con conseguente radiazione dall’albo. Eppure, dopo tanti anni e smentite da ricerche scientifiche, lo studio è ancora il più citato dai no vax. Ed è questo il punto: ormai sul web si legge di tutto e spesso non ci si preoccupa di indagare quale sia l’attendibilità delle fonti. Con un comportamento “di pancia”, si condivide senza approfondire, contribuendo così alla disinformazione generalizzata. “Lo stanno dicendo tutti” nel web non è una misura della correttezza dell’informazione, quanto del suo effetto di suggestione. Non a caso è ormai diventato un tema di grande rilevanza quello delle fake news (notizie volutamente false) e di come controllarne la proliferazione. Tutto questo per dire che oggi più che mai la parola chiave, soprattutto nell’informazione su temi così delicati come la nostra salute, deve essere l’equilibrio! Equilibrio che deve passare dalla verifica delle fonti e da un atteggiamento che non si lasci andare a facili allarmismi. Noi cerchiamo di farlo, nel nostro piccolo, da otto anni, proponendo, insieme ai nostri preziosissimi esperti, innanzitutto informazioni attendibili scientificamente ma anche il più possibile rassicuranti. Non ci resta che augurarvi, come sempre, una buona e “serena” lettura!

Elena Buonanno