Che differenza c’è tra ottico e un ottico optometrista? Come si diventa ottico? E di cosa si occupa nel dettaglio? Conosciamo meglio questa professione sanitaria con l’aiuto di Giovanni Meli, referente didattico della Scuola di Ottica e Optometria “Leonardo da Vinci” di Bergamo.

Come si diventa ottico optometrista oggi?
Gli studenti che desiderano diventare ottici optometristi hanno l’opportunità di scegliere una Scuola superiore professionale che, al termine dei cinque anni, permette loro di conseguire l’abilitazione di ottico, proseguendo successivamente con un percorso di specializzazione in optometria. In alternativa, per chi è in possesso di un diploma generico di scuola superiore, sono possibili due percorsi distinti: il primo è un percorso di laurea triennale in ottica e optometria, facente parte della Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, che non include l’abilitazione alla professione e necessita quindi di una preparazione specifica per sostenere successivamente l’esame di abilitazione professionalizzante per diventare ottico. L’altra via è un percorso quadriennale post-diploma (2+2) in ottica e optometria. Il corso, oltre a fornire la preparazione necessaria a sostenere l’esame di abilitazione di ottico e l’inserimento nell’Albo degli ottici optometristi, assicura una formazione teorico-pratica in linea con le esigenze di mercato.

Quale differenza c’è tra un ottico e un ottico optometrista?
L’ottico è un professionista (Arte Ausiliaria delle Professioni Sanitarie) che munito di abilitazione, confeziona, appronta e vende direttamente al pubblico occhiali e lenti a contatto su prescrizione del medico oculista salvo che si tratti di occhiali protettivi o correttivi dei difetti semplici di miopia e presbiopia, esclusi ipermetropia, astigmatismo e afachia. Applica le proprie conoscenze di ottica oftalmica e fisiologica, utilizza strumenti utili per individuare i difetti visivi che rientrano nelle sue competenze, sceglie le caratteristiche ottiche delle lenti oftalmiche e provvede alla loro corretta collocazione nella montatura. Per esercitare la professione di ottico in Italia è necessario essere in possesso del diploma di abilitazione professionale che si consegue con il superamento dell’esame di abilitazione di ottico. La professione dell’optometrista, benché libera in Italia e non regolamentata ancora da leggi, è il naturale proseguimento e specializzazione della professione dell’ottico. Come definito dall’Albo degli ottici optometristi: “L’ottico optometrista è l’operatore sanitario che, (…), esegue con tecniche optometriche, oggettive e soggettive, in autonomia professionale e responsabilità (di risultato) l’esame delle deficienze visive. L’ottico optometrista individua, previene, compensa i difetti visivi e le anomalie della visione sia attraverso la prescrizione, fornitura, adattamento di occhiali, lenti a contatto di ogni tipo e ausili per ipovedenti, sia mediante idonee procedure di educazione visiva, sia mediante tecniche strumentali”, anche nei casi di astigmatismo, ipermetropia ed afachia (secondo consolidata giurisprudenza).

È possibile frequentare corsi a Bergamo e provincia? 
L’Istituto professionale “Leonardo da Vinci”, Ente di formazione professionale per ottici da oltre 50 anni, rappresenta l’unica scuola paritaria a Bergamo e provincia che ha attivato sia il percorso quinquennale di Scuola secondaria di secondo grado, sia il percorso quadriennale (2+2) in ottica e optometria.

Quali opportunità offre il settore?
Le opportunità professionali sono diverse: è possibile trovare occupazione presso aziende produttrici di lenti oftalmiche e di lenti a contatto, oppure diventare rappresentanti commerciali di montature, informatori scientifici o consulenti e, ancora, si può scegliere la strada del lavoro indipendente, aprendo un proprio negozio.

Quali competenze e qualità deve possedere un ottico optometrista? 
Un ottico optometrista deve sicuramente avere conoscenze di base per la gestione aziendale, quindi contabilità e amministrazione. Conoscenze, almeno in parte, in marketing, al fine di comprendere quali campagne pubblicitarie intraprendere per poter indirizzare la propria attività nel giusto mercato, insieme ad una particolare attenzione alle tendenze, che condizionano nella maggior parte dei casi la scelta della montatura. Ottime competenze ottiche ovviamente, affinché sappia consigliare la miglior lente oftalmica in funzione del vizio refrattivo, nonché competenze in contattologia: le lenti a contatto molto spesso rappresentano l’ausilio ideale per alcuni difetti visivi, quali miopie elevate o differenza diottrica tra i due occhi. Infine, è bene che un ottico optometrista sia anche un attento osservatore e ascoltatore, in modo da potersi calare nei panni del cliente e risolvere le sue problematiche visive in base alle sue esigenze lavorative, hobby e stile di vita.

a cura DI VIOLA COMPOSTELLA