Colpiscono a tutte le età e livelli sociali, ma sono più frequenti tra i giovani, anche a causa della disinformazione e della ridotta percezione del pericolo. Parliamo delle malattie sessualmente trasmesse (MST), un problema più diffuso di quanto si pensi. Troppo spesso infatti le si considera come qualcosa che “non capiterà proprio a me”. Sbagliato! Queste malattie non riguardano infatti solo alcune categorie cosiddette a rischio. Possono riguardare chiunque. Per questo è fondamentale conoscerle e scoprire come prevenirle. Lo facciamo con l’aiuto del dottor Francesco Clemente, ginecologo.

Dottor Clemente, quali sono le malattie sessualmente trasmissibili (MST) più diffuse?
Le più diffuse sono la Clamidia, il Papilloma virus, la Sifilide, la Gonorrea, l’HIV, l’Herpes virus, la Trichomonas, l’Epatite B e C. La Clamidia è l’infezione vaginale sessualmente trasmessa più frequente e, soprattutto quando si parla di apparato genitale femminile, spesso è asintomatica causando danni senza che ce ne si accorga. Il Ministero della Salute nel periodo 1991-2015 ha segnalato 120.000 casi di malattie sessualmente trasmesse con quasi 50.000 casi di condilomi anogenitali da Papilloma Virus (HPV) e almeno 10.000 casi di sifilide (dati generalmente sottostimati per l’assenza di costante segnalazione). Nel 2017 in Italia ci sono stati 9.006 nuovi casi di tumori della bocca (in un rapporto di circa 3 a 1 tra maschi e femmine) molti associati all’infezione da HPV correlata ai rapporti orali. A proposito dell’infezione da HPV è doveroso fare una precisazione: circa il 80% della popolazione generale ne è affetta; questo però non significa che queste persone stiano per sviluppare un tumore maligno. Esistono infatti diversi tipi di virus, di cui solo alcuni sono cancerogeni. E anche in questo caso, non è detto che la situazione precipiterà. Nelle donne solo in una percentuale del 20%, e a distanza di anni dall’infezione primaria, i virus cancerogeni possono determinare lo sviluppo di un tumore maligno alla cervice uterina. Quindi è fondamentale vaccinarsi contro l’HPV, eseguire il Pap test ogni tre anni a partire dall’inizio dell’attività sessuale ed associare l’HPV test ogni cinque anni come previsto dai recenti protocolli del Ministero della Salute.

Qual è la consapevolezza dei giovani oggi nei confronti del rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili?
Stiamo assistendo a una minore percezione del rischio di queste malattie. Un problema che riguarda non solo i ragazzi e gli adolescenti, ma anche gli adulti: ad esempio per l’HIV, nei casi di popolazione over 50 che riceve una diagnosi tardiva, il 63% dei casi (contro il 47% dei più giovani) è già con segni di infezione avanzata. Le ragioni? Mancanza di consapevolezza, sottostima del rischio, carenza di campagne di sensibilizzazione ad hoc su queste fasce di popolazione sessualmente attiva, questo nonostante il beneficio dato dal trattamento precoce che limita molto la diffusione del virus. In totale sono 30.000 i nuovi casi ogni anno in Europa e circa 3.500 in Italia e il trend non accenna a diminuire.

Quali consigli dare per prevenirle? 
Il modo più sicuro per evitare di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile è avere rapporti stabili o quanto meno con un partner di cui sia noto lo stato di salute. Quindi le principali misure che possono essere di aiuto sono:
> conoscere lo stato di salute del partner e la sua storia medica;
> informarsi sui rischi e sottoporsi subito ai test per queste malattie quando necessario;
> vaccinarsi contro l’HPV;
> usare correttamente profilattici di comprovata qualità.
È bene ricordare comunque che, nonostante i profilattici riducano notevolmente il rischio di contrarre alcune di queste malattie, non offrono la certezza assoluta di prevenzione da tutte le malattie, perché i virus e alcuni batteri possono essere trasmessi per contatto cutaneo nell’area genitale non protetta dal profilattico.

Attenzione alle false credenze
Troppo spesso i giovani vengono condizionati da false credenze senza informarsi adeguatamente. C’è chi ad esempio pensa che un malato di HIV possa riconoscersi dall’aspetto fisico o chi crede che sia sufficiente lavarsi bene prima di un rapporto per evitare di trasmettere un’infezione. In realtà, nella maggior parte dei casi, esiste una scarsa consapevolezza del fatto che, anche con un singolo rapporto, si può contrarre un’infezione e che una persona contagiata può avere un aspetto fisico identico a quello di una persona sana. Altra precisazione va fatta per la candidosi. Questa non è considerata una malattia sessualmente trasmessa. La candida è un fungo normalmente ospite del nostro corpo ma in certe condizioni può diventare infettiva dando un’intensa sintomatologia genitale. La candida quindi generalmente non è passata da un individuo all’altro, ma è naturalmente presente in tutti gli individi e in determinate condizioni di debilitazione può diventare un problema.

a cura di Elena Buonanno
con al collaborazione del dott. Francesco Clemente
Specialista in Ostetricia e Ginecologia ASST Bergamo Est