Nella maggior parte dei casi non dipende da patologie o problemi di salute. Ciò nonostante la bassa statura spesso rappresenta un cruccio per i genitori, anche per il disagio psicologico che può generare nel bambino. Ma quando si può parlare davvero di ritardo nella crescita? Quali possono essere le cause? In quali casi è necessario preoccuparsi? «Il controllo dei processi di crescita e sviluppo è un indicatore delle condizioni di salute del bambino. La velocità di crescita, però, dipende da diversi fattori legati in parte alle caratteristiche costituzionali e in parte a fattori ambientali. Varia anche col sesso, essendo maggiore nei maschi» sottolinea la dottoressa Liana Cortesi, endocrinologa pediatrica. «Il medico valuta la crescita attraverso apposite curve chiamate “curve di crescita” che mostrano su un grafico i valori medi e i percentili della statura nelle diverse età per popolazioni diverse e con diverse patologie».

Dottoressa Cortesi, a volte però la crescita del proprio figlio si discosta da queste curve, in particolare per l’altezza. Cosa significa?
Nella maggior parte dei casi il bambino di bassa statura non ha alcuna patologia. Spesso il ritardo di crescita, infatti, non è altro che una variante dei normali processi di crescita, frequente soprattutto nel maschio: in questa condizione il ritardo nella crescita è legato a un ritardo dello sviluppo puberale che avviene semplicemente più tardi e non è legato ad alcun problema specifico. Generalmente lo scatto di crescita puberale avviene all’età di 11-13 anni nelle femmine e all’età di 12-14 anni nel maschio. Quando il processo è in ritardo lo sviluppo sessuale e l’altezza finale vengono raggiunti a un’età più avanzata: è importante distinguere questa condizione, che non richiede alcun trattamento, da altre che producono effetti simili e in particolare dal deficit dell’ormone della crescita. L’ormone della crescita (GH - Growth hormone) è un ormone prodotto dall’ipofisi il cui effetto principale nel bambino è la regolazione della crescita scheletrica, oltre all’attivazione in generale dei processi di crescita in tutti gli organi. La sua produzione è stimolata in modo naturale da alcuni fattori quali il sonno, l’esercizio fisico e un adeguato stato nutrizionale. Un suo deficit, dovuto alla riduzione o la completa assenza di produzione di questo ormone, può essere causato da alterazioni anatomiche o funzionali dell’ipofisi. Nel secondo caso questa ghiandola non presenta anomalie ma non funziona in modo adeguato.

Come si può avere la certezza che il proprio figlio ne sia affetto?
Nel caso di sospetto di ritardo di crescita da deficit di GH è necessario confermare la diagnosi attraverso lo studio ormonale con test dinamici e completare con la Risonanza magnetica dell’ipofisi. Non è sufficiente una singola misurazione di GH nel sangue poiché la secrezione dell’ormone non è costante durante le varie ore del giorno. Inoltre, per ottenere una valutazione adeguata è necessario eseguire test di stimolo specifici, la mattina a digiuno in ambiente controllato.

Qual è, in caso affermativo, la terapia?
In caso la valutazione dei dati auxologici (ovvero di crescita) e i risultati dei test confermino la diagnosi, si può ricorrere a un’eventuale terapia con la somministrazione di un ormone biosintetico del tutto identico a quello prodotto dalla ghiandola dell’ipofisi. È bene sottolineare che questa terapia deve essere necessariamente prescritta solo nei casi in cui sia stato accertato un difetto di produzione dell’ormone e che il paziente deve essere attentamente seguito e monitorato da un centro specializzato di endocrinologia pediatrica. La durata della terapia dipende dalla gravità del difetto ormonale. Nella maggior parte dei casi viene interrotta 2-3 anni dopo il completamento dello sviluppo puberale.

Il difetto di produzione di GH determina non solo bassa statura e un rallentamento della produzione ossea, ma può causare anche alterazioni metaboliche

L’IPOFISI 
Detta anche ghiandola pituitaria è una piccolissima struttura anatomica con un’enorme importanza biologica. Controlla infatti la funzionalità di numerosi organi, tra cui tiroide, surreni, ovaie e testicoli. Partecipa inoltre alla regolazione del metabolismo idrico e alla crescita corporea. 

L’importanza del corretto inquadramento 
La valutazione di un bambino/ragazzo con bassa statura prevede un’anamnesi accurata che indaghi prima di tutto la statura dei genitori (se sono di bassa statura è più facile che lo siano anche i figli), la storia prenatale, la lunghezza e il peso alla nascita. Bisogna poi considerare la presenza di eventuali malattie croniche (come celiachia o ipotiroidismo), terapie farmacologiche e lo stato nutrizionale. Fondamentale è ovviamente anche la corretta rilevazione dei parametri di crescita (statura, peso, velocità di crescita valutata su un periodo di almeno un anno, valutazione della proporzione dei vari segmenti corporei, stadi di sviluppo puberale). In base ai dati emersi possono rendersi necessari approfondimenti più specifici che comprendono esami di laboratorio. Molto importante per un corretto inquadramento del paziente con bassa statura è anche la misurazione dell’età ossea attraverso Rx del polso sinistro. In casi selezionati possono essere necessari esami genetici.

A cura di Maria Castellano DOTT.SSA LIANA CORTESI
Specialista in Endocrinologia pediatrica Medico dell’Unità di Endocrinologia ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo