Quasi la metà degli italiani vive con un animale domestico (43,3%) e in due case su dieci ce n’è più di uno. È quanto emerge dal Rapporto Italia 2016 dell’Eurispes che conferma ancora cani (60,8%) e gatti (49,3%) come compagni preferiti dagli italiani, seguiti da pesci e tartarughe (entrambi all‘8,7%), uccelli (5,4%), conigli (5,2%), criceti (3,1%) e animali esotici (2,1%). Percentuali che portano il nostro Paese al primo posto nella classifica europea. Nella maggior parte dei casi, questi animali diventano come membri della famiglia al punto che alla domanda “si può rinunciare a un animale da compagnia?”, la risposta è no per il 92% di quanti hanno conosciuto il piacere di vivere con un animale domestico.

Per molti avere un animale in casa è davvero uno “stile di vita”: significa avere sempre compagnia, essere “costretti” (ad esempio nel caso dei cani) a un maggiore dinamismo, e a scegliere le vacanze anche in loro funzione. E se è vero che a volte per i propri animali domestici si deve fare qualche sacrificio (anche economico visto che, secondo alcune stime, per un gatto si spendono circa 600 euro l’anno, per un cane di taglia media quasi 1800 euro), i benefici che si ricevono in cambio sembrano essere ben superiori. Ne parliamo con la dottoressa Eleonora Castelli, psicologa.

Dottoressa Castelli, quello tra italiani e animali domestici è un rapporto davvero privilegiato…
Pare proprio di sì. Un’indagine GfK Eurisko svolta nei primi mesi dell’anno 2015 dice che gli italiani sono convinti dell’influenza positiva della presenza di un animale da compagnia. Secondo il 67% degli italiani e il 74% dei proprietari, condividere la propria quotidianità con un animale domestico può produrre effetti positivi sulla salute fisica e psichica. Senza dubbio cani e gatti sono la prima opzione, ma il mondo degli animali domestici è molto vario (pesci, pappagalli, canarini, tartarughe, conigli, cavie o criceti etc.): l’importanza risiede nel legame di cura e affetto che si instaura fra il proprietario e il suo animale, qualunque esso sia. Cominciamo dallo sviluppo del legame affettivo: un sondaggio condotto da Associated Press (2009, 2010) evidenzia che il 50% dei proprietari di animali considera il proprio amico “come un membro della famiglia”; se l’animale è psicologicamente “vicino” al padrone ciò può offrire benefici tali da esser equiparati alla vicinanza a una persona cara. Diversi studi dimostrano inoltre che in persone che soffrono di ansia o depressione si può osservare una diminuzione della sintomatologia nel momento in cui si occupano di un animale. Recenti ricerche sottolineano anche che, se ad esempio si contempla un acquario o si sente il canto degli uccellini, c’è un deciso calo dei livelli di stress. Inoltre per chi vive solo, specie per le persone anziane, si tratta chiaramente di un grande valore aggiunto: coloro che hanno un legame più stretto con il proprio animale domestico sono anche più propensi a intessere relazioni sociali, con positive ripercussioni a livello non solo psicologico ma anche fisiologico (funzioni cardiovascolari, endocrine e immunitarie). La conferma arriva anche da uno studio condotto dai membri dell’Università del Missouri: passeggiare insieme al proprio cane sarebbe associato a un più basso indice di massa corporea, a un minor numero di visite mediche, allo svolgimento di esercizio fisico in maniera più frequente e in aggiunta a tutto ciò favorisce anche la socializzazione, riducendo così il problema dell’isolamento sociale.

Quindi i benefici non riguardano soltanto la salute emotiva ma anche quella fisica?
Esatto. Alcune ricerche sostengono che coloro che possiedono in casa un animale fin da quando erano bambini, sviluppano un sistema immunitario più forte, il che li porterà a soffrire minori rischi di allergie sia durante l’infanzia sia nella vita adulta. Accarezzare un animale dopo una giornata carica di tensione aiuta a ridurre lo stress. Alcuni studi hanno dimostrato che può abbassare la frequenza cardiaca, indurre una respirazione più lenta e profonda e abbassare la pressione sanguigna. Esistono inoltre studi che dimostrano che accarezzare per alcuni minuti un animale, in particolare se è un cucciolo, permette al nostro corpo di produrre endorfine (i cosiddetti “ormoni della felicità”).

Cosa significa invece crescere con un animale domestico dal punto di vista psicologico?
In molte ricerche viene descritto come grazie alla presenza di un animale il bambino può incrementare il suo senso di responsabilità mantenendo gli impegni prestabiliti, sperimentare un forte legame d’affetto ed empatia, migliorare le capacità comunicativo-relazionali e imparare a comprendere i limiti che vigono all’interno di una convivenza. Un altro aspetto da non sottovalutare, specialmente per i più piccoli, è come la vita con un animale domestico sia divertente: è un compagno di giochi insuperabile, insieme al quale si possono riscoprire abilità sopite e la semplicità di una gioia che è presupposto della qualità della vita.

E chi non può, per diversi motivi, avere un animale in casa?
È possibile, ad esempio, rivolgersi al canile di zona e offrirsi come volontari per portare a passeggio gli animali presenti. Questi piccoli gesti saranno capaci di offrire affetto agli animali quanto a noi stessi.

Più in forma e vitali grazie al cane: lo dice l’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sottolineato che il 60% delle persone che possiedono un cane segue le buone abitudini sull’attività fisica a cui ognuno dovrebbe attenersi per vivere in forma e vitali, mentre la percentuale scende a 30 fra chi non ha un animale domestico.

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della DOTT.SSA ELEONORA CASTELLI
Psicologa
Consulenza per il bambino e la famiglia