Il logopedista è il professionista sanitario che si occupa della riabilitazione, della comunicazione e della deglutizione in pazienti di tutte le età, dai neonati agli ultracentenari. Ma in quali casi in particolare ci si rivolge a questa figura? Quali sono gli ambiti in cui può lavorare? E come si diventa logopedista? Lo abbiamo chiesto ai professori Gian Vincenzo Zuccotti e Antonio Schindler, rispettivamente presidente e vice-presidente del Corso di Laurea Logopedia dell’Università degli Studi di Milano.

Quali sono le aree di intervento del logopedista?
Le principali sono i disturbi di comunicazione e i disturbi della deglutizione. L’area storicamente più importante è rappresentata dai disturbi della comunicazione che comprendono i disturbi della voce, parola e linguaggio, sia orale sia scritto. I potenziali pazienti sono quindi, per quanto riguarda la voce, i bambini urlatori, gli insegnanti e gli altri professionisti che usano molto la voce (operatori di call center, attori, cantanti) e coloro che hanno subito un intervento chirurgico alle corde vocali. Più ampio e vario è il campo dei disturbi della parola, cioè della capacità di pronunciare con precisione e velocità le parole del linguaggio; in questo ambito troviamo i bambini che balbettano, che hanno difficoltà di pronuncia per difetti uditivi, malformativi (come le labio-palatoschisi) e tutti i bambini che pur senza una causa evidente non sono ben intellegibili. Sempre nei disturbi della parola sono compresi gli adulti e gli anziani che per differenti malattie neurologiche (dal Parkinson alla SLA) fanno fatica a pronunciare in maniera precisa e il gruppo di pazienti che ha dovuto subire interventi chirurgici per tumori del labbro, della lingua o del palato. Un aspetto particolare dei disturbi della parola è rappresentato dalla gestione delle persone per le quali è necessario utilizzare ausili, come le tavole comunicative o i comunicatori. A questo gruppo appartengono molti bambini con paralisi e spasticità, ma anche adulti con malattie degenerative come la SLA o con esiti di trauma cranico. Il gruppo di pazienti che più frequentemente necessita di un logopedista è tuttavia rappresentato da coloro che hanno un disturbo del linguaggio, cioè un disturbo della capacità di produrre e comprendere frasi grammaticalmente corrette. Presentano questa difficoltà molti bambini con quadri patologici complessi (come ritardo mentale, autismo o sordità) così come un numero consistente di bambini senza causa identificabile. Più recentemente molti bambini immigrati possono presentare difficoltà di linguaggio nella nostra lingua. I bambini con difficoltà di apprendimento della letto-scrittura sono un altro molto ampio gruppo di pazienti che necessita dell’intervento logopedico. Anche in età adulta e geriatrica si possono avere difficoltà di linguaggio, solitamente come conseguenza di lesioni cerebrali come l’ictus. Negli ultimi 25 anni il logopedista ha allargato il suo campo di intervento dedicandosi anche a coloro che, per malattie neurologiche, oncologiche o malformative, hanno difficoltà a deglutire. Infine molti bambini con malocclusione dentale, con apparecchio ortodontico, necessitano di un trattamento logopedico per posizionare la lingua nella sede corretta durante la deglutizione.

Ma quindi può lavorare in ambiti e realtà diverse…
Sì, tenuto conto dell’enorme varietà di quadri patologici in cui è coinvolto, i contesti lavorativi sono ugualmente vari: dal domicilio del paziente all’ospedale, dall’ambulatorio allo studio privato, dalla casa di riposo al centro di riabilitazione.

Qual è il percorso di studi per diventare logopedista?
Per poter svolgere la professione è necessaria la Laurea in Logopedia, che viene acquisita a termine di un percorso universitario triennale. Il Corso di Laurea più vicino a Bergamo è all’Università Statale di Milano, con sede centrale all’Ospedale Sacco e con sedi distaccate presso l’IRCCS S. Maria Nascente - Fondazione Don Gnocchi di Milano, l’IRCCS Medea di Bosisio Parini e l’ASST Mantova. Fin dagli anni Settanta la formazione logopedica avveniva in ambito universitario con le Scuole dirette a fini speciali prima e il Diploma Universitario dagli anni Novanta agli anni 2000. Come per le altre professioni sanitarie oggi non è ancora presente un albo professionale e i logopedisti aderiscono all’associazione di categoria nazionale Federazione Logopedisti Italiani (FLI), organizzata in forma regionalistica come FLI Lombardia. A termine del percorso di laurea triennale il Logopedista può proseguire la propria formazione con Master Universitari, a indirizzo clinico con la Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative, che fornisce una preparazione nell’ambito del management e ricerca, aprendo la strada per il dottorato di ricerca e quindi per la carriera universitaria.

In “team” con diversi specialisti medici
Il logopedista presta la sua opera su prescrizione medica. Gli specialisti di riferimento principali appartengono a tre ambiti: neuropsichiatrico infantile e pediatrico per le patologie di linguaggio infantili, fisiatrico e neuroriabilitativo per le patologie articolatorie, linguistiche e deglutitorie dovute a malattie neurologiche; otorinolaringoiatrico e foniatrico per tutte le patologie, ma soprattutto per quelle legate ai disturbi di voce, deglutizione e articolazione.

a cura DI ELENA BUONANNO