È arrivato il verdetto tanto atteso. Il 9 luglio, a Cracovia, il progetto “Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo Stato de Terra - Stato de mar”, che vede capofila Bergamo, è stato approvato. E ora le Mura venete che circondano Città Alta sono ufficialmente patrimonio Unesco, ovvero patrimonio universale dell’umanità (il progetto comprende anche altre quattro città: Peschiera e Palmanova per l’Italia, Zara e Sebenico per la Croazia e Cattaro per il Montenegro). Un bel successo per la nostra città e per uno dei suoi simboli architettonici, meta tra le più amate dai turisti che non si lasciano scappare l’occasione di godersi una vista mozzafiato, in cui lo sguardo si perde fino ad arrivare (nelle giornate limpide) a Milano, ma anche dai bergamaschi. Alzi la mano chi non ha almeno un ricordo legato alle Mura venete! C’è chi le “frequenta” la domenica per la tradizionale passeggiata, chi le percorre di corsa tutti i giorni per mantenersi in forma in una cornice unica, chi se le gode sedendosi su una delle panchine a leggere un buon libro. E ancora, i fidanzati che lì aspettano il tramonto davanti a un panorama che più romantico non potrebbe essere. Insomma sempre per i Bergamaschi le Mura rappresentano un “pezzo di storia”, non solo della città ma di ciascuno. E questo riconoscimento non può che riempirci di orgoglio.

Complimenti a Bergamo e a chi ha reso possibile tutto questo!

Le mura venete in pillole

1 Le Mura furono costruite dalla Repubblica di Venezia a partire dal 1561 e ultimate nel 1588, epoca in cui la città orobica rappresentava l’estremità occidentale dei domini veneti sulla terraferma.

2 Si sviluppano lungo sei chilometri e 200 metri, mentre l’altezza in alcuni punti arrivava a 50 metri, sotto di cui si trovavano fossati, non riempiti d’acqua, posti a protezione.

3 La cinta muraria è costituita da 14 baluardi, 2 piattaforme, 32 garitte (di cui solo una è giunta sino a noi), 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte (Sant’Agostino, San Giacomo, Sant’Alessandro e San Lorenzo, ora intitolata a Giuseppe Garibaldi).