Lo storico musicista dei Pooh racconta, in un libro scritto a 4 mani con la figlia, come ha detto addio a carne, pesce, latte e uova, per la sua salute e quella del pianeta.
«Essere vegano mi ha salvato la vita. Due anni fa sono stato operato al cuore per una grave rottura dell’aorta. Se non sono morto è perché le mie vene erano perfettamente pulite, come quelle di un bimbo. E questo grazie al mio stile alimentare. Se non fossi stato vegano non sarei qui a rispondere a questa intervista». Chi parla è Red Canzian, storico compositore e musicista dei Pooh - trevigiano ma bergamasco d’adozione - autore, insieme alla figlia Chiara, del libro “Sano Vegano Italiano” (Editore Rizzoli).

Un libro scritto a quattro mani in cui Red non solo racconta la sua esperienza da onnivoro a vegano (passando per vegetariano), ma accompagna il lettore in un percorso alla scoperta di un nuovo modo di vivere, più rispettoso dell’ambiente e della salute; Chiara, un amore viscerale per la musica, come il papà, e soprattutto per la cucina, propone una cinquantina di ricette, rigorosamente vegane, elaborate da lei dopo aver fatto esperienza in ristoranti di vario tipo, tra cui quello dello Chef Pietro Leemann, il primo a ottenere una stella per un ristorante vegetariano. Abbiamo incontrato Red e Chiara durante una delle tappe del tour promozionale del libro per saperne di più.

Quando avete deciso di diventare vegani?
R È cominciato tutto quando, 20 anni fa, ho deciso di non mangiare più carne. L’ho fatto per motivi di salute. L’acido urico prodotto dalla carne mi faceva venire i calcoli e così ho smesso. Poi, nel tempo, con studio e coscienza, ho capito che il mondo potrebbe essere migliore se nessuna vita venisse sacrificata e allora ho rinunciato anche al pesce, alle uova e al formaggio… Ora sono vegano. Sono felice e sento che la mia impronta su questo mondo sarà leggera.
C Io ho smesso sette/otto anni fa di mangiare carne, poi quattro anni fa è stata la volta del pesce. Per ora sono ancora vegetariana ma sono in un percorso che sicuramente mi porterà a diventare anch'io vegana perché sono consapevole che sia la cosa giusta da fare; ho solo bisogno di trovare il momento giusto per non rischiare di tornare sui miei passi.

Ma è una scelta etica o di salute?
Prima di tutto salutistica, poi etica… ora davvero non mi riconosco nell’uomo che mangiava il carpaccio e gli scampi crudi.
Nel mio caso invece è prevalentemente etica. Amo e rispetto troppo gli animali per mangiarli.

Da dove nasce questo grande amore per gli animali?
Ho sempre avuto animali, cani, gatti, pappagallini, tartarughe, conigli e quando ero piccola avevo anche le galline che razzolavano nel giardino. Li ho sempre amati, ma l’abitudine di tutta la famiglia era quella di mangiare anche carne e pesce. Appena ho avuto la possibilità di vivere da sola e intraprendere nuove abitudini ho smesso di mangiarli.
R  Ritrovando e riconoscendo la nostra vera indole… solo così possiamo capire che gli animali sono esseri viventi, innamorati della vita come noi e quindi meritevoli di viverla questa vita. Noi non siamo carnivori in origine e lo siamo diventati in seguito alle glaciazioni che avevano distrutto le foreste che accoglievano e nutrivano i nostri antenati. Ci siamo ritrovati, nella savana, a rubare le prede, le carogne, ai veri carnivori e nutrendoci di un cibo innaturale per noi; così abbiamo abbassato la nostra età media da 60 a 35 anni. Ora è aumentata nuovamente ma solo grazie alle medicine che combattono i danni della carne, ma che spesso rischiano di produrne di nuovi.

Come è nata l’idea di scrivere un libro insieme?
R  Dalla voglia di dare un volto e un senso ai nuovi vegani. Volevamo far chiarezza su tanti dubbi… "il latte fa bene", "la cucina vegana è complicata e costa di più", "ma senza proteine animali si diventa deboli"… tutte fandonie sostenute dall’industria della carne in combutta con quella farmaceutica. Ogni anno i poveri 30 milioni di animali allevati nel nostro paese vengono imbottiti con 130 tonnellate di antibiotici… il 70% di quelli prodotti vanno a finire nella carne che poi noi mangiamo. L’idea di coinvolgere Chiara è nata dal fatto che parlando con la gente ho capito che molti pensano che essere vegani sia difficile e costoso e così ho chiesto a mia figlia, se voleva scrivere la seconda parte presentando la parte gustosa della scelta vegana.

Che tipo di vegani siete? Spesso i vegani passano per "un po’ troppo integralisti o intolleranti"….
R  Il nostro è un libro gentile. Lo dichiariamo già nelle prime pagine. L’integralismo porta solo guerre e contrasti. Vogliamo lanciare un’idea, non un dictat e alla fine della lettura ognuno deciderà per la sua vita. Vogliamo raccontare la nostra verità, la nostra esperienza, ma confrontandola con altre verità nel massimo rispetto del pensiero altrui. I vegani della prima ora, troppo arrabbiati e intransigenti, hanno fatto allontanare la gente dalla loro filosofia, seppur giusta. Io cerco il confronto, non lo scontro…. Il nostro libro vuole creare un ponte tra i vegani e gli onnivori e non un muro. E poi Chiara, con le sue ricette, riesce ad addolcire tutto.

A proposito di ricette, è Chiara la chef di famiglia?
R  Tutti i vegani sanno cucinare, perché conoscono il valore prezioso del cibo ma la vera chef, in famiglia, è Chiara. Io improvviso, invento e mi arrangio, mentre Chiara ha preparazione, sensibilità e attitudine. Ha fantasia creativa e gran gusto nella presentazione dei piatti e poi ha un naso e un palato attenti alla minima differenza di sapore. Per il libro ha preparato una serie di ricette, talvolta reinterpretando quelle della tradizione italiana quando erano tutti vegani perché la carne non potevano permettersela. Ha fatto un lavoro davvero splendido, con 40 ricette suddivise nelle quattro stagioni e 10 dedicate ai dolci.

 

- a cura di ELENA BUONANNO
foto ©AlessandroCarlozzo