Semplice, economico, indolore ed efficace è l’esame principe per valutare il funzionamento dell’apparato respiratorio.
Utile per la diagnosi e il monitoraggio di numerose patologie dell’apparato respiratorio, dalla BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) all’asma, è consigliato anche per chi pratica attività sportiva intensa e per lo screening dei soggetti a rischio di sviluppare una patologia polmonare, in primis i fumatori. Parliamo della spirometria (letteralmente "misurazione del respiro"). E lo facciamo con il dottor Lamberto Maggi, pneumologo.


Dottor Maggi, a cosa serve in particolare questo esame?

La spirometria è l’esame che valuta il funzionamento del nostro apparato respiratorio. Permette di misurare quanta aria contengono i nostri polmoni (i volumi polmonari) e come questa aria si muove attraverso i nostri bronchi (i flussi aerei). Nelle modalità di esame più complesse, consente anche di valutare come l’aria contenuta negli alveoli polmonari passa nel sangue dei vasi polmonari (la Diffusione alveolo/capillare). Serve pertanto a valutare se i nostri bronchi sono liberi o parzialmente ostruiti da malattie ostruttive come la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) o l’asma, se i nostri polmoni sono iperdistesi come nell’enfisema polmonare o sono ristretti come nelle fibrosi del tessuto polmonare. Permette di monitorare l’andamento nel tempo delle malattie polmonari croniche e la risposta alle terapie utilizzate e verificare se il nostro apparato respiratorio è in grado di affrontare interventi chirurgici o attività sportive impegnative. Inoltre di fondamentale importanza per individuare precocemente eventuali danni da agenti esterni, soprattutto il fumo di sigaretta, prima ancora dell’insorgenza di sintomi. Infine consente di valutare anche gli effetti che condizioni non strettamente polmonari, obesità, malformazioni della gabbia toracica, malattie neuromuscolari, possono avere sul funzionamento della nostra macchina respiratoria.

Quando è consigliabile eseguirlo?
Tutte le volte che abbiamo dei dubbi sull’efficienza del nostro apparato respiratorio, soprattutto quando avvertiamo dispnea, cioè quando ci sembra di avvertire fatica respiratoria, a riposo o sotto sforzo: anche una tosse molto prolungata nel tempo può essere la spia di un malfunzionamento del nostro apparato respiratorio. È un esame che tutti i fumatori oltre i 40 anni, soprattutto se presentano tosse persistente con catarro o difficoltà di respiro, dovrebbero eseguire. È l’esame fondamentale per fare diagnosi di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), malattia che nel linguaggio comune chiamiamo bronchite cronica e/o enfisema polmonare: senza una spirometria non è possibile porre diagnosi di BPCO né stabilirne la gravità del danno e la sua evoluzione nel tempo. Anche la diagnosi di asma è basata sulla spirometria: in questi casi può essere spesso necessario eseguire l’esame dopo un test di provocazione dell’asma, cioè quando abbiamo il sospetto di asma ma non riusciamo a dimostrarla nel momento dell’esame, la si provoca, facendo inalare un farmaco (in genere metacolina) che, senza alcun pericolo, induce un piccolo episodio asmatico che misureremo con la spirometria (test di provocazione bronchiale).

In che cosa consiste praticamente?
La spirometria può essere svolta con modalità e apparecchiature diverse e con percorsi differenti in base ai quesiti diagnostici. Con gli strumenti più semplici il paziente deve respirare attraverso un boccaglio simile a quelli che si utilizzano nelle immersioni al mare, cercando di riempire al massimo i polmoni e quindi di svuotarli il più velocemente possibile. Se si utilizza invece una strumentazione più complessa, che si chiama cabina pletismografica, la persona si troverà comodamente seduta in una specie di cabina telefonica trasparente e dovrà compiere una serie di manovre inspiratorie ed espiratorie guidate dall’operatore. Con la spirometria semplice o curva flusso/volume, vengono misurati solo i gas “mobilizzabili” cioè quanta aria riusciamo a inspirare ed espirare con uno sforzo massimale e la velocità con cui riusciamo a muoverla. Questo tipo di valutazione rappresenta in genere un primo step della valutazione funzionale respiratoria.

Quanto dura?
L'esame della spirometria globale pletismografica ha una durata breve: 20 minuti circa ma dipende molto dal grado di collaborazione da parte del paziente e dal numero degli step successivi eseguiti. Di norma, il risultato dell’esame viene fornito nella stessa seduta di esecuzione.

Bisogna seguire preparazioni particolari?
No, non è necessaria alcuna preparazione specifica. Se il paziente assume farmaci per patologie respiratorie, in particolare broncodilatatori, dovrà chiedere al medico che prescrive l’esame se la terapia deve essere sospesa: l’esame può essere infatti richiesto per valutare lo stato di salute prima di una terapia ma anche per valutare la risposta a una terapia.

Ha controindicazioni, rischi o effetti collaterali?
Non è un esame né doloroso, né pericoloso. Non esistono limiti di età se non quelli legati alla capacità di eseguire le manovre richieste. Nelle modalità di spirometria semplice, può essere eseguito anche nei bambini (in genere dai 5-6 anni d’età). In presenza di alcune situazioni, prima di procedere viene richiesta una valutazione preventiva del medico pneumologo. Sono controindicazioni assolute:
• infarto del miocardio e ictus cerebri recenti (nelle 6 settimane precedenti);
• emottisi;
• ostruzione carotidea severa;
• deterioramento cognitivo
• psicosi e comunque tutte le situazioni che non permettano una comprensione delle manovre richieste.

In caso di riscontro di anomalie come si procede?
In genere si effettua una valutazione più complessiva con l’esecuzione di una spirometria completa con la cabina pletismografia che permette di misurare anche la quota di aria che rimane nei nostri polmoni dopo un’espirazione massimale, cioè il volume residuo: questa determinazione è molto importante per valutare il grado di ipersufflazione dei nostri polmoni, concetto che possiamo semplificare come grado di enfisema.

 

COSA MISURA
I principali parametri misurati dalla spirometria sono:
FEV1 o VEMS, che indica la quantità di aria che riusciamo a espirare in un secondo con uno sforzo massimale: se i nostri bronchi sono chiusi, questo parametro sarà ridotto;
VC o FVC, che indica quanta aria riusciamo a inspirare ed espirare con uno sforzo massimale, senza limiti di tempo.

a cura di ELENA BUONANNO
con la collaborazione del DOTT. LAMBERTO MAGGI
Specialista in Pneumologia
- PRESSO HUMANITAS GAVAZZENI BERGAMO -