Tra i disturbi che si manifestano durante la gravidanza, uno dei più frequenti è il prurito. Questo sintomo è per la maggior parte dei casi banale ma non deve essere mai sottovalutato ed è importante parlarne al proprio ginecologo, che indicherà la cura migliore per ogni singolo caso. Come ci spiega il dottor Francesco Clemente, ginecologo.

 

Dottor Clemente, in che periodo della gravidanza tende a manifestarsi il problema?
È soprattutto nel corso degli ultimi mesi di gravidanza che alla futura mamma può capitare di avvertire sul corpo un fastidioso prurito. In genere tende a localizzarsi sull’addome, seno e gambe e solo di rado si estende al resto del corpo. A seconda dell’origine, però, può anche manifestarsi nei primi mesi o dalla seconda metà in poi.

Se compare verso la fine della gravidanza a cosa è dovuto?
Se la pelle, oltre a prudere, tira, potrebbe essere uno degli effetti della tensione cui viene sottoposta nel corso dei nove mesi di gravidanza, soprattutto nell'ultimo trimestre, quando l'utero si ingrossa notevolmente. La pelle dell'addome, ma anche del seno e delle cosce, subisce un progressivo stiramento che finisce spesso per irritare la cute. Inoltre durante la gravidanza la notevole presenza nel sangue degli ormoni estrogeni e del progesterone provoca una maggiore ritenzione idrica. Così i tessuti impregnati di acqua si tendono più del solito e possono dare una sensazione di prurito nella parte bassa dell'addome, alle gambe e ai piedi.

Quali rimedi si possono adottare per attenuare il fastidio in questo caso?
Per rimediare a questo sintomo, normale in gravidanza, è fondamentale mantenere la pelle ben idratata: occorre quindi, a cominciare già dai primi mesi della gestazione, utilizzare tutti i giorni creme elasticizzanti e oli emollienti e idratanti, per rendere la pelle più “elastica” per contrastare il progressivo “stiramento”. I prodotti vanno applicati praticando lievi massaggi, utili a stimolare la circolazione sanguigna. Per alleviare il prurito inoltre è consigliabile utilizzare sulle zone interessate lozioni rinfrescanti (a base di lavanda, acqua di rose, bergamotto), oppure fare un bagno tiepido a base di amido di riso dal potere sfiammante.

Se invece compare non solo nella fase finale, ma anche nelle fasi iniziali o a metà della gravidanza quale può essere l’origine?
Soprattutto quando inizia a manifestarsi durante le prime fasi della gestazione, il prurito in gravidanza può essere sintomo di patologie più gravi. In questo caso la sensazione pruriginosa può essere collegata a patologie dermatologiche o allergie causate dall’indebolimento immunitario della madre, dovuto agli sbalzi ormonali tipici della gravidanza. Nel caso in cui il forte prurito sia accompagnato dalla comparsa di eruzioni cutanee con puntini rossi, principalmente su braccia, tronco e gambe, siamo in presenza di prurito gestazionale. Un’altra condizione frequente è la dermatite papulare, in cui il prurito si manifesta in maniera intensa, accompagnato da eruzioni cutanee. La causa che può destare più preoccupazione durante la gravidanza, con il manifestarsi del prurito, però, è la colestasi gravidica. Questa patologia epatica insorge prevalentemente durante la seconda metà della gestazione ed è un disturbo legato al fegato. In particolare è dovuta a un’insufficienza del fegato transitoria e il prurito intenso a cui è associata è causato dall’accumulo dei sali biliari in circolo nel sangue poiché il fegato non riesce più a svolgere correttamente il suo lavoro.

Ma possono essere pericolose per il bambino?
Le patologie dermatologiche o allergie non sono pericolose per il bambino, anche se necessitano spesso di una cura farmacologica mirata ad alleviare il prurito e le lesioni cutanee. La colestasi gravidica, invece, può causare alcuni problemi al feto. Per questo motivo deve essere sempre tenuta sotto continuo monitoraggio, con controlli periodici dal ginecologo per accertare che la gravidanza proceda senza problemi.

Si può fare qualcosa per limitare i rischi?
Per favorire l'eliminazione dei sali biliari è utilissimo bere molto, almeno due litri di acqua al giorno, e seguire una dieta evitando pasti speziati, i fritti, le salse e i salumi, ossia tutti quegli alimenti che richiedono un notevole impegno da parte del fegato. In caso di necessità il medico prescriverà farmaci che riattivano la funzione di filtro del fegato e quelli che eliminano il fastidioso sintomo (antistaminici).

SE RIGUARDA LE PARTI “INTIME”
Anche le emorroidi si manifestano con un prurito persistente: questo disturbo, frequente in gravidanza, è dovuto in gran parte alle modificazioni della gravidanza che coinvolgono anche i vasi sanguigni, determinando una dilatazione delle piccole vene che si trovano nella parete del canale anale. Per alleviare si possono applicare appositi preparati antiemorroidali.

a cura di MARIA CASTELLANO
con la collaborazione del DOTT. FRANCESCO CLEMENTE 
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
- PRESSO L'OSPEDALE M.O.A. LOCATELLI DI PIARIO -