Una patologia sempre più diffusa ma spesso sottovalutata.
Una leggera tosse al mattino, raffreddori e influenza sempre più frequenti durante la stagione invernale… la bronchite cronica inizia così, in modo “subdolo” e spesso sottovalutato. Peggiora col tempo ed è sempre più diffusa, tanto da indurre a prevedere che possa diventare nel mondo (ma in Italia lo è già!) la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari acute e i tumori. Sembra che per ogni paziente cui tale patologia viene diagnosticata, possa di fatto essercene un altro a cui, invece, non viene riconosciuta e che ne siano affetti circa 60 soggetti ogni 1000, benché poco più della metà abbiano avuto una corretta diagnosi. Non deve stupire, quindi, che dal 2013 il Servizio Sanitario Nazionale l’abbia inserita, prima tra tutte le malattie croniche, nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Approfondiamo l’argomento con dottor Sauro Rigamonti, Responsabile del Centro di Pneumologia delle Terme di Trescore, dove è stato messo a punto un ciclo di cure termali specifico per la BPCO.

Queste le considerazioni di carattere generale e numeri. Ma le cause, dottor Rigamonti?
Se l’inquinamento atmosferico, le polveri sottili e l’esposizione lavorativa ad agenti inquinanti costituiscono dei fattori aggravanti, il fumo di sigaretta resta certamente la principale causa dello sviluppo della BPCO (BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva) che, pertanto, deve essere considerata una malattia quasi completamente prevenibile ed efficacemente trattabile se diagnosticata con precocità e precisione adeguate. È importante tenere presente, però, che non esiste uno “standard”, tant’è che individui particolarmente sensibili ai danni prodotti dalla nicotina possono ammalarsi anche fumando solo cinque sigarette al giorno, mentre soggetti più refrattari presentano forme minori della patologia pur fumando molto. Certo è, comunque, che con il passare del tempo si alterano fino a scomparire le piccole ciglia polmonari, che rivestono le cellule dei bronchi e che servono a respingere il pulviscolo, i microbi e le secrezioni. L’assenza delle ciglia polmonari impedisce di espellere naturalmente, se non tossendo, tanto le secrezioni quanto il pulviscolo presente nell’aria che si respira. Ma la tosse insistente genera un’infiammazione che trasforma profondamente il rivestimento mucoso dei bronchi e ne può provocare una “metaplasia”: le cellule, invece di rimanere su un solo strato, si sovrappongono facendo da terreno al possibile sviluppo di forme cancerogene.

Quali sono i sintomi?
La diagnosi di Bronchite Cronica riguarda soggetti che presentano tosse cronica ed espettorazione (catarro) per almeno tre mesi all’anno e per due anni consecutivi. Quando subentrano ristagno catarrale e mancanza di fiato, dapprima sotto sforzo e successivamente anche a riposo (dispnea), in genere si tratta di Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). In entrambi i casi, uno degli esami più utili è costituito dalla spirometria, che permettendo di misurare in modo semplice e non invasivo sia la quantità di aria che una persona può inspirare ed espirare, sia il tempo necessario per farlo, fornisce al Medico parametri utili in fase diagnostica.

Si può curare? Come?
Ci sono quattro fasi fondamentali per affrontare la BPCO:

1. Inquadramento e monitoraggio della malattia.

2. Riduzione dei fattori di rischio (fumo in primis).

3. Trattamento della forma cronica stabile.

4. Prevenzione delle riacutizzazioni e corretta gestione di quelle che si dovessero presentare.

Il ciclo di cure termali specifico per la BPCO, estremamente efficace soprattutto nella fase 3 e nella parte relativa alla prevenzione della fase 4, prevede l’utile abbinamento tra la terapia inalatoria con acqua sulfurea e la ventilazione polmonare medicata a pressione positiva (Ciclo integrato della Ventilazione Polmonare).

Perché?
Perché l’acqua sulfurea, da sempre utilizzata nell’ambito del trattamento di patologie broncopneumologiche, esercita azioni terapeutiche che, soprattutto di recente, hanno suscitato vivo interesse nella comunità scientifica grazie alla pubblicazione di importanti lavori. Oggi si può infatti affermare che, accanto alle ben note attività mucolitiche e favorenti l’espettorazione, le acque sulfuree risultano dotate di veri e propri effetti immunostimolanti, antinfiammatori e antiossidanti.

La ventilazione polmonare medicata
Grazie alle proprietà immunostimolanti, antinfiammatorie e antiossidanti, la terapia inalatoria sulfurea risulta anche in grado di “amplificare” l’efficacia della Ventilazione Polmonare, utilissima come mezzo di somministrazione dei farmaci ritenuti più indicati sulla base della valutazione clinica e della spirometria. Duplice il vantaggio della ventilazione polmonare: poter utilizzare bassi dosaggi del farmaco terapeuticamente necessario, riducendo al minimo gli effetti collaterali sistemici. Il ciclo integrato della Ventilazione Polmonare Medicata proposto dalle Terme di Trescore, sempre preceduto da una spirometria e da una visita specialistica pneumologica, ha la durata standard di 12 giorni e si compone di 12 Ventilazioni polmonari associate a due o più cure inalatorie prescritte ad hoc dal Medico Specialista in fase di accettazione (inalazioni a getto di vapore, inalazioni a gas, aerosol). Trattandosi di malattie croniche gli effetti si apprezzano maggiormente a distanza di tempo e dopo ripetuti cicli terapeutici. Poiché, peraltro, i problemi più evidenti e consistenti causati da queste patologie si presentano con maggior frequenza nel periodo invernale, si potrebbe pensare che la stagione più adatta per sottoporsi a cure termali possa essere l’autunno. Di norma, però, il periodo dell’anno non influisce in alcun modo sull’efficacia “a lungo termine” delle terapie e molti pazienti con malattia strutturata si sottopongono correttamente a due cicli di cura ogni anno, uno primaverile e uno autunnale.

a cura di FRANCESCA DOGI