L'80% delle donne è informata sulle malattie infettive e i rischi durante la gestazione. Ma soltanto il 50% ha fatto il vaccino prima di intraprendere la gravidanza. Ma quali sono le vaccinazioni consigliate prima e durante i nove mesi? Esistono rischi per il nascituro? Ne parliamo con il dottor Georgios Eleftheriou, referente del Servizio di informazione sul farmaco in gravidanza e allattamento.

 «Lo sviluppo dei vaccini contro le malattie infettive rappresenta uno dei più grandi successi della medicina moderna e in particolare dell’immunologia, già a partire dal 1796 quando Edward Jenner immunizzò un bambino contro il vaiolo. Quasi 150 anni dopo sono comparsi anche i primi articoli scientifici che indicavano come le vaccinazioni in gravidanza garantivano una profilassi contro le infezioni puerperali e neonatali. Per esempio, la vaccinazione contro la pertosse, crea anticorpi materni che, oltre a proteggere la madre, possono attraversare la placenta fornendo al neonato un’iniziale difesa contro la malattia» spiega l’esperto.

Dottor Eleftheriou, ma sono davvero sicuri i vaccini in gravidanza?
Dalla prima ricerca pubblicata nel 1945 sono seguiti migliaia di articoli scientifici che evidenziano la sicurezza di molti vaccini in gravidanza. In effetti, durante la gravidanza la vaccinazione non interessa solo una persona ma due e la decisione deve essere presa in base alla probabilità e severità dell’infezione, al periodo di incubazione, allo stato immune, storia di anafilassi, possibili effetti collaterali agli agenti adoperati o ai conservanti. Per esempio, la presenza del conservante Thimerosal (sodio-etilmercurio-tiosalicilato) che contiene mercurio organico, ha suscitato non poche perplessità sulla sua sicurezza in gravidanza. In risposta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che per la quantità di Thimerosal utilizzato nei vaccini non c'è nessuna prova che dimostrerebbe un rischio per la salute o una chiara associazione con i casi di autismo del neonato.

Qual è il momento migliore per vaccinarsi?
In genere, tutte le vaccinazioni dovrebbero essere fatte prima dell’inizio di gravidanza o subito dopo la nascita del bimbo. Molto spesso, però, la gravidanza non è programmata e la donna può trovarsi a volte in uno stato vulnerabile alle infezioni che possono avere un effetto deleterio per il feto (ad esempio rosolia) o per la salute (e a volte la vita) della donna. Purtroppo le indicazioni e l’epoca gestazionale in cui potrebbe vaccinarsi cambiano nei vari Paesi (sia in Europa sia in America), non tanto per una diversa valutazione scientifica, piuttosto per la percezione che ha il pubblico nei riguardi dei vaccini, a volte rafforzata da molte “informazioni scorrette”. Cerchiamo dunque di sciogliere i dubbi che possono creare tutte queste opinioni non realmente scientifiche. Per tutto il periodo di gravidanza, primo trimestre incluso, sono raccomandati tutti i vaccini inattivati, cioè quelli contenti virus inattivati o loro particelle (ad esempio quello per l’influenza) o batteri uccisi o con estratti di tossine (anatossine) come per esempio il vaccino della pertosse, del tetano e della difterite. Anche la vaccinazione anti-meningococcica, quando necessaria, può essere utilizzata in gravidanza. Qualora ci siano delle norme limitative, esse sono dovute alla mancanza di ampi studi epidemiologici che ne abbiano confermato l’assoluta sicurezza in gravidanza.

E per quanto riguarda quella contro l’influenza, è possibile e raccomandabile farla durante i nove mesi?
Per la vaccinazione contro l’influenza potrebbero essere giuste le indicazioni di vaccinarsi nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Nel terzo trimestre, aumenta notevolmente anche il rischio di avere complicanze gravi, addirittura mortali, come avvenuto nel 2009 per la pandemia H1N1. Il CDC, cioè il Centro governativo per il Controllo e Prevenzione delle Malattie e l’associazione più accreditata statunitense ACOG (Collegio Americano dei Ginecologi e Ostetrici), consigliano di vaccinarsi con il virus inattivo entro la fine di ottobre, a prescindere dall’epoca gestazionale.

Quali sono invece le vaccinazioni sconsigliate in gravidanza?
I vaccini con virus vivi e attenuati (rosolia, morbillo, febbre gialla). In realtà la controindicazione in gravidanza sarebbe per il rischio “del tutto teorico” di un’eventuale riattivazione del virus con successiva infezione fetale. A tutt’oggi, però, non si è mai verificato un caso simile. Inoltre, se il rischio di contrarre la malattia infettiva è elevata, la somministrazione del vaccino specifico supera di gran lunga il remoto rischio teratogeno. Nel caso la paziente venga vaccinata e successivamente scopra di essere in gravidanza non vi è alcuna indicazione per interrompere la gravidanza. Ricordiamoci che l’infezione dalla rosolia è una delle prime malattie associate con altissimo rischio di malformazioni, mentre l’infezione della febbre gialla può essere molto grave per la paziente e per il feto.

 

 

a cura di GIULIA SAMMARCO
con la collaborazione del DOTT. GEORGIOS ELEFTHERIOU
Specialista in Tossicologia Medica
- REFERENTE DEL SERVIZIO DI INFORMAZIONE SUL FARMACO IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO ASST PAPA GIOVANNI XXIII -