Intervista a Charles Kablan che ha trionfato a "The Voice".
Il grande successo a “The voice of Italy”, dove è arrivato secondo per una manciata di voti, non l’ha cambiato. Continua a lavorare di giorno in un’impresa di pulizie e a studiare alla sera all’Istituto Pesenti per diventare perito elettronico industriale. Ma Charles Kablan, 22 anni, originario della Costa d’Avorio, da tre anni e mezzo a Seriate dove vive con una zia e due cugini, ha un sogno che ha alimentato fin da bambino.

«Ho il canto nel sangue. Non ho mai studiato né canto né musica» ci racconta. «Ho solo ascoltato tanti dischi e CD di grandi cantanti come Stevie Wonder, Sam Smith, Emely Sandé tanto per citarne solo alcuni. Per me cantare è istintivo, naturale. Mi piace molto, mi dà emozione, ma non voglio diventare una star, solo seguire un mio percorso. Se avessi vinto a “The voice” avrei avuto un contratto con la casa discografica, ma purtroppo il premio era previsto solo per il vincitore, anzi per la vincitrice che è stata Alice Paba».
Ma i suoi progetti non si fermano alla partecipazione al talent show trasmesso da Raidue. Ora si sta infatti organizzando per alcune serate. La speranza è che a breve possa far conoscere a tutti le sue eccezionali doti canore con un CD. Per lui infatti i complimenti si sprecano a cominciare dai giurati di “The voice”: Emis Killa, Max Pezzali, Dolcenera, Raffaella Carrà. Tutti entusiasti. Eccone alcuni della prima serata quando Kablan presentò “Hello” di Adele. I giurati restarono senza parole sentendo la sua voce. Killa: «Ho la pelle d’oca, sei fantastico». Max Pezzali: «Strepitoso, vero, abbiamo bisogno di una voce come la tua». La Carrà: «Mai mi sarei aspettata che un ragazzo cantasse Adele, tra l’altro pure bello». Dolcenera: «Mi hai colpito, andremo a rubare emozioni insieme». E di emozioni Kablan ne ruba anche con i concerti che tiene da un anno in tutta la provincia di Bergamo con il coro gospel “Henry’s friends” di Seriate diretto da Adele Breno che appena lo conosce, grazie a un’amica comune, e sente la sua voce lo vuole a tutti i costi tra i suoi coristi. Nella sua pagina su Facebook, Kablan si definisce: “Cantante pop, soul, spiritual, gospel, rhythm and blues.” Tutti i generi che mescola nelle sue canzoni.
Charles Kablan, che gli amici chiamano Charli, 190 centimetri d’altezza e 85 chilogrammi di peso, arriva in Italia nel novembre 2012 per studiare, si stabilisce a Seriate a casa di una zia e si dà subito da fare per raggranellare qualche spicciolo con le pulizie in una fabbrica ma studiando anche con profitto la nostra lingua per lui, francofono, quasi sconosciuta. Ci si mette d’impegno e in soli tre mesi riesce a parlare un ottimo italiano, poi va a scuola, prende la licenza media, si scrive all’Istituto professionale Pesenti dove è stato appena promosso al penultimo anno di corso. «Ho scelto il Pesenti su consiglio dei miei cugini e devo dire di aver fatto la scelta giusta perché mi insegna un bel mestiere e mi apre un futuro per il lavoro».
Il papà e i suoi due fratelli sono rimasti in Costa d’Avorio. Li sente spesso. «Spero di andare a trovarli. Ho avuto un’infanzia felice, senza grandi problemi, fino a quando è morta mia mamma alla quale ero molto legato. Poi ho deciso di venire in Italia, in aereo, con tutte le carte in regola. E mi trovo bene. Vado d’accordo con i miei compagni di lavoro e con quelli di scuola. Mi vogliono bene, mi sono stati vicini e mi hanno incoraggiato, sostenuto quando ho partecipato a “The voice”. Mai avuto problemi di razzismo anche se qualcuno sui social ha espresso giudizi negativi per il colore della mia pelle. Non me la sono affatto presa. Cerco di rispettare tutti, le leggi, le tradizioni, anche il cibo. Domenica sono stato a pranzo dalla mia amica direttrice del coro e ho mangiato polenta e coniglio. Un piatto tipico della tradizione bergamasca, davvero buono. Mangio di tutto, cibi africani, orientali, europei, italiani. Mi piace variare. Come mi piace viaggiare, conoscere altri Paesi, altri usi e costumi. Prima o poi lo farò. Intanto mi accontento dei miei hobby: i videogiochi e la bici. Appena posso vado a farmi qualche giro».
Farlo parlare è dura. Kablan vive con i piedi per terra ed è molto riservato. Della sua infanzia parla pochissimo, della sua famiglia anche. Solo un accenno a quando giocava a basket, all’età di 12-13 anni. Ma si apre quando parla di canto, di musica. «Per me la musica è qualcosa senza la quale il mondo non sarebbe quello che è» dice. «Fa parte della Natura, ti fa emozionare, arrabbiare, eccitare, guarire. La musica ha varie facce e fa sempre bene. È la vera maestra delle emozioni».
E il futuro? Kablan si vede in giro per il mondo a fare nuove esperienze anche se gli piacerebbe diventare cittadino italiano. «Ci vogliono però dieci anni di residenza per poter presentare la domanda di cittadinanza. Spero di restare qui e di farla. L’Italia mi piace, mi ha accolto con simpatia e calore. Anche se ho nel cuore sempre il mio Paese, la Costa d’Avorio dove un giorno sicuramente ritornerò. Lì, quando ero bambino, ho scoperto la mia passione per il canto». Intanto tra poco lo vedremo in qualche suo concerto e ne sentiremo la voce nei CD. In bocca al lupo Kablan.

a cura di LUCIO BUONANNO