Lo yoga non si sostituisce alle cure mediche ma le può coadiuvare ristabilendo una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Lo yoga e la medicina lavorano sinergicamente per ristabilire la salute in modo sicuro.
Per qualcuno è solo ginnastica. Per altri un modo per rilassarsi. Per la scienza lo yoga è molto più di tutto questo: una disciplina che può aiutare a mantenere lo stato di salute psico-fisica, contribuendo a prevenire e in alcuni casi a “curare” patologie oggi molto diffuse, dall’ipertensione al mal di schiena a problemi di digestione. «Che le tecniche yoga, come le asana (posizioni), il pranayama (respirazione), il rilassamento, la concentrazione e la meditazione aiutino l'individuo a conseguire la consapevolezza, l’equilibrio e l’armonia, è un fatto ormai condiviso nella nostra società. Negli ultimi tempi, inoltre, si sta diffondendo un utilizzo dello yoga come terapia coadiuvante il trattamento di alcune patologie, in particolare malattie croniche di difficile gestione o con una componente psico-somatica» conferma Elisabetta Fiori, insegnante di yoga.

Quali sono in particolare i benefici che offre?
L'aumento dell'efficienza del sistema cardio-circolatorio, il rallentamento del ritmo respiratorio, il miglioramento della tonicità del corpo, l'abbassamento della pressione arteriosa, un rilassamento generale e una riduzione di stress ed ansia. Le pratiche yoga favoriscono inoltre il miglioramento della coordinazione psico-motoria, della postura, della flessibilità articolare e della concentrazione, il sonno risulta più regolare e la digestione facilitata. Con lo yoga si allena il sistema di adattamento alla vita, si ha una migliore percezione del sé, si sviluppa un atteggiamento amorevole e la positività.
Come avviene tutto questo?
Durante la pratica yogica si attivano delle parti della corteccia cerebrale che influiscono sulla nostra capacità di gestire meglio il corpo, aumentando il controllo di sé e la consapevolezza. Inoltre, con la meditazione e lo yoga, si influenzano le strutture che gestiscono la volontà, andando a stimolare quelle aree del cervello che rimarrebbero più pigre, favorendo le possibilità di cambiare a qualsiasi età. In stati come malattie o disturbi di salute invece lo yoga, attraverso particolari asana e pranayama che vanno ad attivare aree diverse del corpo (anche organi interni), agisce in modo completo a livello neuropsichico per la gestione di ansia e stress (vedi box), e quindi nella gestione del dolore, a livello immunitario per l’accrescimento delle difese e di conseguenza a livello endocrino (ormonale) ripristinandone l’equilibrio.
Ci può fare qualche esempio di patologie o disturbi che possono trarre giovamento?
Negli ultimi anni sono state pubblicate numerose e interessanti ricerche scientifiche che di volta in volta hanno dimostrato gli effetti dello yoga sulla resistenza allo stress, sulla salute del cuore etc.. Ecco le più interessanti:
• Indagini cliniche e scientifiche condotte dalla Bihar School of Yoga e da scienziati in Polonia, e in India, hanno dimostrato che con la pratica delle asana si registra una diminuzione dell’attività simpatica, ovvero delle funzioni involontarie del corpo. Il battito cardiaco e la pressione sanguigna diventano sincronizzati e costanti. Ulteriori indagini sul pranayama hanno rivelato che i praticanti hanno una ridotta attività surrenalica (ovvero del surrene, ghiandola che ha il compito di secernere diversi ormoni che influenzano l'attività dell'intero organismo). Questo può essere interpretato come una maggiore capacità di resistere allo stress. I praticanti hanno diminuito la fatica mentale, migliorato la consapevolezza, diminuito il consumo di ossigeno e utilizzato una capacità polmonare completa.
• Uno studio dei ricercatori della Boston University School of Medicine, del New York Medical College e del Columbia College of Physicians and Surgeons, pubblicato su Medical Hypotheses, ha esaminato in che modo questa disciplina agisca sullo stress. L’ipotesi da cui lo studio ha preso avvio è stata anzitutto confermare che lo stress causi uno squilibrio del sistema nervoso autonomo e una ridotta attività di un particolare neurotrasmettitore inibitorio chiamato “GABA”. Si è visto poi che questo tipo di squilibrio ha i suoi effetti sull’intero organismo: una bassa attività del “GABA”. si è riscontrata nei disturbi d’ansia, nella depressione, nell’epilessia e anche nel dolore cronico. Ebbene, la pratica costante dello yoga è in grado di riportare a livelli di normalità questo neurotrasmettitore.
• Un’analisi condotta dai ricercatori dell'Harvard School of Public su 37 studi diversi, pubblicata sull'European Journal of Preventive Cardiology, ha evidenziato come lo yoga contribuisca a ridurre i fattori di rischio cardiovascolare (peso, pressione, frequenza cardiaca, colesterolo etc.), in particolare quando abbinato ai farmaci, tanto da essere consigliabile a “pazienti con una più bassa resistenza fisica come chi convive con disturbi cardiaci preesistenti, gli anziani e chi soffre di dolori muscoloscheletrici o articolari”.

Lo yoga non si sostituisce alle cure mediche ma le può coadiuvare ristabilendo una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Lo yoga e la medicina lavorano sinergicamente per ristabilire la salute in modo sicuro

PER TUTTI, MA DOPO VALUTAZIONE MEDICA
Prima di intraprendere una terapia yogica è fondamentale sottoporsi a un completo esame medico da parte di un professionista qualificato che possa valutare se una malattia è sensibile alla disciplina terapeutica dello yoga. Allo stesso modo anche nel seguire la pratica terapeutica yogica è necessaria una guida qualificata.

a cura di MARIA CASTELLANO
ha collaborato con ELISABETTA FIORI
Insegnante di yoga
- PRESSO CORPORE SANO SMART CLINIC DI STEZZANO -