Secondo le statistiche, le coppie “tira e molla” sono almeno il 30% di quelle che si rivolgono ai consultori e ai servizi di tipo psicologico. Ma perché alcune coppie non possono fare a meno di lasciarsi e riprendersi senza arrivare a una soluzione finale che forse porterebbe giovamento a entrambi i partner?

«Per poter rispondere a questa domanda bisogna prima fare un passo indietro e analizzare cosa succede quando si crea una coppia» osserva la dottoressa Leonella Bugini, psicologa.
«Uomini e donne sono sostanzialmente, sessualmente diversi e tuttavia questo non impedisce loro di provare una forte attrazione gli uni per le altre, cosa che li porta a rincorrersi, unirsi, amarsi. Maschi e femmine si confrontano, si scrutano, rivaleggiano e pur nella loro diversità, si riconoscono come simili. Questi movimenti emozionali avvengono all’interno di uno scenario immaginario. Quando si accende la scintilla che porta a innamorarsi si ha la sensazione di aver trovato qualcosa nell’altro di cui si aveva già fatto esperienza (”Mi sembra di conoscerti da sempre”) come se si ritrovasse qualcosa di conosciuto nel nuovo. Nella fase dell’illusione dovuta all’innamoramento ci sono continui rispecchiamenti tra i partner e si fluttua in una dimensione sognante e colma di promesse. Il partner dà un’attenzione esclusiva all’altro creando un senso di enorme appagamento e felicità. Questo stato quasi di estasi, però, si verrà inevitabilmente via via modificando quando le richieste della realtà hanno il sopravvento e l’illusione va piano piano scemando».

Dall’innamoramento all’amore
La vita amorosa tra un uomo e una donna si evolve, infatti, attraverso una serie di fasi: innamoramento, amore, concepimento, nascita di un figlio, genitorialità. «Ognuna di queste fasi comporta una crisi che se ben elaborata, produce un processo trasformativo e può quindi considerarsi evolutiva» spiega la psicologa. «Alla passione amorosa si sostituiscono altre cose non meno importanti: una famiglia, dei figli, la crescita economica o professionale o la condivisione delle avversità nei casi tragici. Nel costruire e formalizzare il legame di coppia, passata la fase dell’innamoramento e della dedizione più totale, alcune persone tendono a dare per scontati l’affetto e la devozione del partner. Allo straordinario e impalpabile “cinguettio” amoroso che permetteva ai corpi la libertà di esprimersi in un’area giocosa, si sostituiscono le richieste della realtà: il legame tra molte coppie si allenta o si incrina, spezzandosi proprio in quest’area di gioco dove “il corpo” può risultare il grande assente. Si genera così uno stato di sofferenza interna che può determinare la rottura di una relazione di coppia». Ed è proprio nel delicato momento di uno dei passaggi da una fase all’altra che si possono verificare momenti di crisi intensi, con la necessità a volte di rivedere le proprie scelte di vita. «Le prime a risentirne nella coppia, sono l’intesa affettiva, emotiva, sessuale» continua la psicologa. «Gli uomini si lamentano delle donne e viceversa, si giudicano secondo stereotipi negativi e questo impedisce di ascoltare ciò che si sente veramente, anziché pensare a come riconquistarsi. Si urla il proprio punto di vista, le proprie ragioni e l’eros va in soffitta. Può succedere allora che uno dei due partner silenziosamente si chiuda ed entra in scena il tradimento. La fuga e il tradimento, la ricerca di nuovi partner alimentano la fantasia di ritornare a uno stato di beatitudine precedente e si pongono come anestetici a una sofferenza negata e soffocata. La paura della solitudine talvolta impedisce alle coppie di prendere una decisione risolutiva».

Il momento di lasciarsi tutto alle spalle definitivamente: come capire quando arriva
«I legami si spezzano o si sciolgono definitivamente quando l’area di illusione condivisa è la grande assente» mette in guardia l’esperta. «Quando la vena di rifornimento affettivo ed emotivo reciproco è esaurita e i sogni sono definitivamente svaniti, l’altro non diventa che un oggetto da perseguitare, rimproverare, maltrattare e controllare all’interno di una relazione velenosa, nociva e malsana. Molte coppie, quando la passione amorosa si affievolisce preferiscono gettare la spugna, non lottare e lasciare andare tutto alla deriva. I legami che non durano sono spesso caratterizzati da un sentimento di inadeguatezza che ha origini lontane, nella prima infanzia. Nell’incontro con l’altro si spera di poter risanare una storia di sofferenza vissuta nel passato. Può succedere che le esperienze dolorose ritornino e con esse riaffiora un’ondata emotiva a volte prorompente. È allora che ricompaiono emozioni collegate con esperienze frustranti, dolorose, svalutanti, di abbandono, lutti non elaborati, sedimentati e sepolti all’interno dell’individuo. Esperienze che si sono rivelate negative con le prime figure di accudimento. Quando le ferite subite sono molto profonde e poco cicatrizzate si rischia di spostare sulla relazione di coppia il dolore provato, le delusioni subite, senza riuscire a discernere tra l’ieri e adesso. Non resta che recidere il legame per non riattivare relazioni distruttive che danneggiano sé e l’altro e, se ci sono i figli, questi respirano una cappa di piombo anziché l’energia positiva di progetti, vivendo in un’atmosfera di conflitto senza soluzione».

Mai più insieme ma nemmeno lontani
A volte si possono verificare situazioni in cui sembra impossibile restare insieme in modo costruttivo e affettivo profondo ma anche lasciarsi. «Sono coppie che hanno stabilito relazioni patologiche in cui prevale un tipo di legame sadico e masochistico dove la coppia viene tenuta insieme da una connivenza insconscia all’insegna di un rapporto totalmente lesivo per entrambi. In questi casi l’intervento di uno psicoterapeuta può aiutare a far luce sulle modalità di relazione distorte e su come porre fine in modo meno traumatico possibile, a un legame negativo e dannoso per il proprio Sé» conclude la dottoressa Bugini.

IL RUOLO DEL CORPO
Nella scelta del partner il corpo è il primo oggetto di desiderio. Il corpo esprime molto di ciascun individuo, al di là della consapevolezza individuale, umori, sensazioni, sentimenti, intenzioni che sono visibili nel modo di muoversi, nella postura, nello sguardo. Freud diceva che il corpo e la sua rappresentazione variano nei maschi e nelle femmine, nel modo di pensare la propria ricchezza interiore collegata al proprio genere e alle paure a esso legate.

a cura di MARIA CASTELLANO

hanno collaborato la DOTT. SSA LEONELLA BUGINI
Psicologa e Psicoterapeuta - Presso porto di telemaco A TREVIGLIO, BERGAMO E CREDARO -
la DOTT.SSA SILVIA ANFILOCCHI
psicologa e psicoterapeuta
la DOTT.SSA PAOLA VOLPI
psicologa e psicoterapeuta