Quello tra uomo e cavallo è un amore che affonda le sue radici nella notte dei tempi. E ancora oggi non conosce crisi. Anzi, i numeri parlano di vero e proprio boom, tra appassionati di equiturismo, ovvero turismo in sella alla scoperta della natura, e di equitazione. Un rapporto speciale che però richiede molte attenzioni, soprattutto se si ha la fortuna di possederne uno tutto proprio. Un cavallo infatti, per mantenersi in salute, ha bisogno di spazio, cure quotidiane, vaccinazioni, possibilità di fare molto movimento.

Tutto questo può richiedere, da parte del “padrone”, un impegno non indifferente (non solo economico) e quindi da non sottovalutare. Abbiamo chiesto a Ulisse Giavazzi, istruttore di equitazione, cosa bisogna sapere se si ha un cavallo o si ha intenzione di prenderne uno.

Di quali cure quotidiane necessita un cavallo?
Innanzitutto l’animale deve sempre avere a disposizione acqua fresca e soprattutto pulita (un cavallo in media ne consuma 30 litri al giorno). Bisogna sempre verificare che il beverino sia pulito, perché capita che il cavallo lo sporchi con i propri escrementi e di conseguenza non beva. Per quanto riguarda invece l’alimentazione, elemento fondamentale per il suo benessere, ha bisogno di almeno 10/12 chili di fieno di buona qualità al giorno. Se il fieno è di scarsa qualità, può contenere muffe o polveri che alla lunga possono creargli problemi respiratori anche gravi. In aggiunta al fieno, servono circa 4 chili di mangime al giorno adeguato al tipo di attività dell’equino. Questi alimenti dovrebbero essere distribuiti durante la giornata in questo modo: 5/6 chili di fieno al mattino, 2 chili di mangime a mezzogiorno e 2 la sera seguiti, a distanza di almeno un’ora, dagli altri 5/6 chili di fieno. Tra le cure quotidiane, ovviamente, ci sono quelle legate alla pulizia della lettiera, che dovrebbe essere fatta anche due volte al giorno, e dell’animale stesso con un’accurata toelettatura (pulizia e strigliatura). Particolare attenzione deve essere riservata, poi, agli zoccoli e alla loro pulizia e salute. Troppa umidità, dovuta ad esempio a una lettiera sporca, può creare problemi al fettone (la struttura triangolare, con la punta in avanti, che si estende per circa 2/3 della lunghezza della suola, a partire dall’estremità posteriore) fino all’imputridimento, al contrario, la troppa secchezza delle unghie può portare a problemi di rottura e quindi a dolore e difficoltà di movimento. In caso di unghie particolarmente secche, bisogna idratarle con appositi grassi che si trovano facilmente in commercio. Infine, tra le cure quotidiane, non bisogna dimenticare il movimento, dovrebbe camminare ogni giorno: è indispensabile per mantenere la muscolatura tonica, le articolazioni sane e la mente serena, oltre che per una buona digestione e per stimolare il metabolismo.

Durante l’anno, invece, bisogna prevedere delle vaccinazioni o controlli veterinari periodici?
Ogni sei mesi bisognerebbe sverminare il nostro equino e annualmente fare il vaccino antitetanico e antinfluenzale. Ottima cosa sarebbe anche un controllo annuale del dentista, perché il cavallo ha una dentatura in continua crescita, e masticando il cibo in senso rotatorio fra l’arcata dentale superiore e l’arcata dentale inferiore come un frantoio, consuma la propria dentatura. Si possono così creare all’esterno dei denti delle vere e proprie punte, che possono ferire la guancia all’interno della bocca.

Se si tiene in maneggio, quali compiti spettano al proprietario?
Dipende da che formula si sceglie. Se il cavallo viene messo in pensione “completa” in un maneggio, il gestore provvede all’alimentazione e al mantenimento adeguato dell’animale, oltre al sellaggio e dissellaggio del cavallo (a costi aggiuntivi). Può essere una soluzione per chi ad esempio ha poco tempo o è spesso via per lavoro. Se però si ha davvero passione per questo animale e si vuole godere appieno dello speciale rapporto che si instaura con lui, l’ideale sarebbe, pur tenendo il cavallo in maneggio, occuparsi della sua pulizia e preparalo da sé per andare a cavalcare.

Se si ha, invece, la fortuna di avere un terreno per ospitarlo, come si può allestire un box adeguato alle sue necessità?
È necessario un box coperto almeno di 3 metri per 3 (per permettergli di riposare comodamente), di un posto dove poter stoccare fieno, mangime, truciolo o paglia per la lettiera e tanto tempo e passione da dedicare tutti i giorni al proprio animale.

Quando il feeling diventa terapeutico
L’uso dell’equitazione a scopo terapeutico (ippoterapia) ha avuto inizio già nell’opera di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.), che consigliava lunghe cavalcate per combattere l’ansia e l’insonnia. Alla fine della prima guerra mondiale il cavallo è entrato nei programmi di riabilitazione, inizialmente in Scandinavia e in Inghilterra, poi in numerosi altri paesi. L’ippoterapia, detta Terapia con il Mezzo del Cavallo (TMC), è stata introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle Nicolas Citterio che ha contribuito all’uso terapeutico del cavallo attraverso anche l’opera dell’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE). L’ippoterapia agisce grazie all’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico.

Il cavallo deve essere ferrato mensilmente o al massimo ogni 45 giorni (bisogna valutare a seconda delL’animale).
Il ferro serve a proteggere lo zoccolo (che è composto da cheratina) e a fare in modo che non si consumi, scoprendo i tessuti sottostanti

a cura di GIULIA SAMMARCO

ha collaborato ULISSE GIAVAZZI
Istruttore ippico nazionale