Uno screening per  la salute delle basse  vie urinarie

«L'uroflussometria è un esame funzionale, non invasivo, che permette di studiare e valutare il flusso urinario.

Si tratta di un'indagine semplice che non richiede preparazioni complesse ed è considerata di prima scelta nei pazienti con disturbi della minzione (getto urinario debole, intermittente o a “raggera”, urgenza minzionale, incontinenza urinaria, gocciolamento post minzionale). La presenza di uno o più di questi sintomi può essere legata a molteplici patologie, sia organiche sia funzionali, del basso apparato urinario. Nell’uomo in particolare viene generalmente richiesta per indagare eventuali restringimenti uretrali, discesa o ipomobilità (sclerosi) del collo vescicale, ipertrofia prostatica. Nelle donne, invece, è consigliata in caso di sospette alterazioni del pavimento pelvico e di problemi di incontinenza urinaria, ad esempio dopo il parto o nel periodo della menopausa. In questo contesto di estrema variabilità dunque l'uroflussometria si presenta come test di screening di prima scelta per tutti i pazienti con sospetta disfunzione del basso tratto urinario e alterazioni del flusso minzionale. Tipico è il caso, ad esempio, di pazienti con sintomi del basso tratto urinario associati a ipertrofia prostatica». Chi parla è il dottor Sergio Valenti, urologo. L’abbiamo incontrato per conoscere meglio questo esame che spesso viene prescritto agli uomini, ma anche alle donne, soprattutto superati i 50 anni, e ancora nell’immaginario collettivo “sconosciuto”.

Dottor Valenti, che tipo di informazioni fornisce?
L’uroflussometria è un esame di semplice esecuzione e poco costoso, in grado di fornire informazioni oggettive relative al flusso urinario. L'apparecchiatura, chiamata uroflussometro, è infatti in grado di misurare la quantità di urina emessa nell'unità di tempo, registrandola su un tracciato. L'atto minzionale viene quindi rappresentato graficamente considerando due cartesiane, tempo e volume. L'interpretazione di questo diagramma consente di confermare o escludere la presenza di una disfunzione del primo tratto urinario. L'uroflussometria permette di formulare ipotesi più o meno attendibili, ma non consente di identificare con certezza la causa e la localizzazione del problema. In sostanza, di fronte a un'uroflussometria anomala sappiamo che esiste un problema funzionale delle basse vie urinarie, la cui entità e definizione verrà stabilita poi da ulteriori indagini diagnostiche (ad esempio ecografiche). Rappresenta anche un valido strumento di monitoraggio per valutare i risultati di un trattamento, in particolare l'effetto sul flusso urinario di una terapia effettuata per rimuovere un'ostruzione. Viene quindi raccomandata nei pazienti che devono effettuare una terapia medica o sottoporsi a un intervento chirurgico, e poi ripetuta a intervalli di tempo stabiliti dal medico.

In che cosa consiste praticamente?
L'uroflussometria dovrebbe essere eseguita in un ambiente confortevole, così da ridurre al minimo ansia e stati emozionali in grado di ostacolare la minzione. Il paziente viene invitato a urinare in un apposito strumento in grado di registrare alcuni parametri minzionali, quali la velocità del flusso di urina e il volume vuotato.

Come ci si deve preparare all’esame?
Normalmente è richiesta una preparazione semplice ma particolare, da eseguirsi nei 60-120 minuti che precedono l'uroflussometria. Nello specifico, il medico può richiedere al paziente di svuotare la vescica, quindi bere mezzo litro/un litro di acqua non gassata (in modo da favorire il riempimento vescicale), e trattenere le urine fino al momento dell'esecuzione dell'esame. Il riempimento della vescica non dovrà essere eccessivo; occorre infatti prepararsi bevendo abbastanza, ma non troppo. Se la vescica è troppo vuota o troppo piena infatti i risultati possono non essere attendibili. Qualora si avvertisse la sensazione di un eccessivo riempimento vescicale, è bene riferirlo al medico per eventualmente svuotare in parte la vescica in vista dell'uroflussometria. Nei giorni che precedono l'esame è di norma possibile continuare ad assumere qualsiasi farmaco o integratore prescritto. Eseguita l'uroflussometria, il paziente può tornare a casa e riprendere le normali attività quotidiane.

a cura di VIOLA CAMPOSTELLA

HA COLLABORATO DOTT. SERGIO VALENTI
Specialista in Urologia - PRESSO humanitas gavazzeni