Appaiono su gambe e cosce. Hanno l’aspetto di ragnatele o ramificazioni più o meno estese. Possono essere rossastre o bluastre. Parliamo dei capillari evidenti, o per meglio dire teleangectasie, uno degli inestetismi più comuni tra le donne dopo i 30 anni (ma anche uomini). «La vera causa di questo problema, soprattutto quando si manifesta in modo evidente, è la dilatazione e l’incontinenza del sistema venoso (ndr. si parla di incontinenza quando il sangue refluisce nelle vene delle gambe verso il basso, invece di essere spinto verso l’alto). Queste condizioni generano un aumento della pressione nelle vene che si dilatano, dando origine a un circolo vizioso che si riflette sui capillari superficiali, che si dilatano a loro volta mettendosi in evidenza» spiega la dottoressa Marianna Facoetti, chirurgo generale e medico estetico.

«Oltre al problema estetico (la dilatazione dei vasi può essere molto visibile e compromettere un buon aspetto di gambe e cosce), tutto questo può causare una serie di sintomi caratterizzati da pesantezza agli arti inferiori, formicolii, crampi, gonfiore, dolore, pigmentazione (macchie) e, nei casi più seri, ulcere». Oggi esistono diversi trattamenti per "cancellare" o almeno attenuare i capillari evidenti sulle gambe, come iniezioni sclerosanti, laser o radiofrequenza. Il limite è che, in molti casi, queste tecniche agiscono principalmente sull’aspetto estetico, ma non sulla "debolezza" delle vene e quindi il problema tende a ripresentarsi a distanza di qualche tempo. Una delle terapie più nuove e innovative in questo campo è la TRAP (Fleboterapia rigenerativa ambulatoriale tridimensionale), un trattamento nel quale i benefici estetici rappresentano per così dire un "effetto secondario".

Dottoressa Facoetti, in cosa consiste la novità di questa tecnica?
Il principio su cui si basa è molto diverso rispetto ai trattamenti sclerosanti che vengono usati di solito. Si tratta infatti di una metodica che mira anziché a risolvere solo il problema estetico, a ricostruire la fisiologica struttura delle pareti dei vasi dilatati. La scleroterapia tradizionale invece agisce sull’effetto della patologia e non sulla causa, andando a chiudere (o obliterare) i capillari dilatati così da renderli meno visibili. Il problema è che, chiudendo quei capillari dilatati, con il tempo se ne dilateranno altri. Il sangue infatti da qualche parte deve passare. Anzi, più strade si chiudono, più aumenta la spinta con cui il sangue di ritorno dalle gambe si fa strada attraverso i capillari superficiali che così continuano a rompersi. Senza contare che alla fine queste tecniche cosiddette ablative o obliterative alterano la struttura anatomica e funzionale della circolazione venosa dell’arto. Il circolo venoso deve essere invece curato rispettando la sua anatomia e ripristinando la sua funzione. Solo ripristinando il corretto funzionamento di questo sistema, mediante una rigenerazione della parete, si può ottenere un risultato stabile, che poi si riflette anche a livello estetico con la scomparsa dei capillari dilatati, minimizzando gli effetti collaterali ed eliminando anche la sensazione di gambe pesanti.

In pratica come si svolge la terapia?
Si inietta la soluzione rigenerante trattando una gamba per volta, spesso ripetendo l’intervento anche due volte su una zona della stessa gamba. I capillari e le vene dilatate vengono sfruttati come porta d’ingresso per far arrivare la sostanza a livello profondo, cominciando dal basso, e questo finché scompaiono tutti i capillari e le vene visibili. Successivamente si passa all’altra gamba. Non c’è dolore, non ci sono pigmentazioni, né rischio di infiammazioni. L’unica precauzione è quella di indossare calze elastiche per circa 6 mesi dopo la seduta, oltre a effettuare controlli periodici. Il trattamento, altamente specialistico, è eseguibile ambulatorialmente e non richiede l’interruzione delle normali attività lavorative e sociali.

A chi è consigliabile?
Ovviamente a chi soffre per un disagio estetico legato a una situazione diffusa di capillari visibili ed evidenti e a chi presenta sintomi caratterizzati da pesantezza agli arti inferiori, formicolii, crampi, gonfiore e dolore. Ma anche a chi abbia una predisposizione familiare alle vene varicose e alle dilatazioni capillari. Essendo un ripristino della fisiologia, si può considerare, oltre che una terapia, una prevenzione di problemi circolatori. Non c’è limite di età, ci sono solamente come controindicazioni la gravidanza, l’allattamento, terapie anticoagulanti in corso o pregresse tromboflebiti.

La fleboterapia rigenerativa ha visto la luce nel 1992 ad opera del professor Capurro, chirurgo plastico di Genova. Via via questa metodica si è andata affermando sia in Europa che negli U.S.A., affinandosi nella tecnica e nella modalità di esecuzione fino a garantire oggi dei risultati stabili e senza effetti collaterali.

I fattori di rischio
L’incontinenza delle vene ha sicuramente una componente di familiarità, ma un ruolo importante è giocato anche dall’età e della stile di vita: fumo di sigaretta, sovrappeso, postura scorretta etc.

a cura di VIOLA COMPOSTELLA 
con la collaborazione della DOTT.SSA MARIANNA FACOETTI
Specialista in Chirurgia Generale e Medico estetico
- PRESSO IL CENTRO MASSOFISIOTERAPICO FITMASSAGE DI PRESEZZO - 
Ha collaborato il dott. Fabio Longaretti