È uno degli sport in cui, tradizionalmente, gli italiani si distinguono per abilità e risultati. Lo dimostrano le molte medaglie conquistate ai recenti mondiali di luglio. No, non è il calcio, ma la scherma, disciplina che negli ultimi anni sta riscuotendo un crescente successo, attraendo sempre più appassionati, affascinati dall'eleganza e astuzia delle stoccate di atleti come Aldo Montano, Valentina Vezzali e Elisa Di Francisca solo per citare i più noti. Cerchiamo allora di conoscerla meglio con l'aiuto di Federico Bortolini, tecnico della Bergamasca Scherma Creberg. «Oggi la scherma olimpica prevede tre discipline che prendono il nome dalle armi utilizzate: fioretto, sciabola e spada. Ogni duellante, definito "schermidore", vince il combattimento (in gergo "l'assalto") quando riesce a mettere un determinato numero di punti (le "stoccate") colpendo l'avversario con l'arma secondo modalità specifiche per ciascuna delle tre discipline» spiega l'esperto. «La vittoria non deriva dall'esercizio della pura forza, ma si basa su un accurato studio dell'avversario volto a coglierne le intenzioni per poterlo anticipare e indurlo all'errore. Uno dei principi base è che non esiste un'azione che non possa essere superata e neutralizzata dalla sua "contraria". Gli ingredienti principali sono, dunque, intelligenza, creatività, autocontrollo e gestione delle emozioni, il tutto in un contesto di socialità, disciplina e dialogo con i compagni, il maestro e gli istruttori».

A che età si può cominciare?
L'insegnamento del fioretto inizia intorno ai 5-6 anni, per sfruttare al meglio la fase di sviluppo delle capacità coordinative e di mobilità articolare che dura fino ai 12-13 anni circa. La maggiore reattività ed efficienza muscolare tipiche della gioventù rappresentano, infatti, un valore aggiunto per un atleta che vuole praticare con successo la disciplina del fioretto o della sciabola. La spada, invece, è sempre stata l'arma "più matura", in cui la componente tattico-strategica prevale rispetto a quella atletica, aspetto che la rende accessibile a fasce d'età anche non più giovani.

Quante volte a settimana ci si dovrebbe allenare per avere risultati?
Per un atleta non agonista, due allenamenti di un'ora e mezza a settimana sono sufficienti. Normalmente una sessione comprende una prima parte di preparazione atletica a carattere generale di circa 30-40 min. durante la quale si eseguono esercizi finalizzati a migliorare forza e coordinamento. Segue poi la fase di allenamento con l'arma, 15-20 min. circa, sotto la supervisione del maestro, in cui ci si esercita su azioni e gesti tecnici. Si passa infine agli assalti veri e propri. Fondamentale è il riscaldamento muscolare, che prevede esercizi di ginnastica aerobica e stretching, sia prima di iniziare la preparazione atletica sia al termine degli assalti, per ridurre il rischio di infortuni o traumi e conservare l'elasticità muscolare.

Quali sono i muscoli maggiormente coinvolt in quest'attività?
I muscoli degli arti inferiori sono i protagonisti di quest'attività: lo schermidore ha la necessità di mantenersi in costante movimento, variando opportunamente la distanza dall'avversario a scopo difensivo o offensivo e dev'essere in grado di produrre cambiamenti di direzione e velocità a ritmi intermittenti e dall'elevata escursione. Uno dei fattori principali è, infatti, il miglioramento della cosiddetta "resistenza alla forza veloce", una particolare espressione della forza muscolare caratterizzata da contrazioni muscolari d'intensità elevata e di scarsa durata (pochi secondi), ripetute nel tempo a intervalli irregolari. Di non secondaria importanza, sono i muscoli di addome e dorso, responsabili del mantenimento di una postura corretta e del giusto bilanciamento ed equilibrio del corpo fondamentali nell'esecuzione delle azioni offensive e difensive.

Che benefici offre?
Praticare scherma, indipendentemente dal fatto di essere atleti agonisti o meno, è una valida risorsa per la crescita individuale dal punto di vista fisico, ma soprattutto psichico ed emotivo. Dal punto di vista fisico, aiuta a sviluppare la mobilità articolare e la flessibilità muscolare; le capacità coordinative necessarie alla progettazione, controllo e regolazione dei movimenti; il mantenimento dell'equilibrio in condizioni statiche e dinamiche. Dal punto di vista mentale, la scherma sviluppa i processi legati all'attenzione e alla concentrazione, all'autocontrollo e alla disciplina in situazioni di tensione e d'incertezza.

Ci sono controindicazioni?
Innanzitutto è necessario che non vi siano problemi a livello dell'apparato cardio-circolatorio, dal momento che richiede un costante impegno aerobico e anaerobico alternato. La scherma è inoltre sconsigliata a chi presenta disturbi articolari a caviglie, ginocchia, polso e spalle, e a chi soffre di patologie a livello della colonna vertebrale.

 

a cura si ALESSANDRA PERULLO
con la collaborazione di FEDERICO BORTOLINI
Schermidore e tecnico della Bergamasca Scherma Creberg