Improvvisi problemi d'udito, fischi e ronzii nell'orecchio, fino alla diminuzione o scomparsa istantanea o in poche ore dell'udito? Potrebbe trattarsi di quella che i medici chiamano "ipoacusia improvvisa", una condizione patologica che interessa l'orecchio interno o il nervo uditivo. In questi casi un aiuto importante è rappresentato dall'ossigeno, o per meglio dire dall'ossigenoterapia iperbarica. Ne parliamo con il dottor Ugo Pani, responsabile del servizio di Medicina Iperbarica della Casa di Cura Habilita di Zingonia, struttura che a questa patologia ha dedicato un percorso di accettazione con canali preferenziali, secondo il criterio della "urgenza differibile", con tempi di attesa ridotti e un trattamento che viene effettuato generalmente entro le 24 ore lavorative successive alla prima telefonata di richiesta di visita, comprensive dei tempi di effettuazione degli accertamenti (ECG ed RX torace) preliminari all'esecuzione della terapia iperbarica. Intervenire tempestivamente, infatti, è fondamentale: un'ipoacusia trattata alle prime avvisaglie e correttamente ha molte più possibilità di recupero, diversamente si ha la cronicizzazione del deficit uditivo.

Dottor Pani, come si riconosce questa patologia?
La perdita uditiva, che può essere mono o bilaterale di tipo neurosensoriale, deve essere presente da almeno 24 ore, senza causa evidente e con una riduzione dell'udito di almeno 30 Decibel su 3 frequenze consecutive.

Quali possono essere le cause per cui si può perdere improvvisamente l'udito?
Le cause di questa patologia sono spesso riconducibili a un'irregolare e alterata pressione delle strutture dell'orecchio interno racchiuse nella compagine ossea della base del cranio. Ogni variazione volumetrica di qualsiasi componente dell'organo dell'udito o di quello dell'equilibrio, per infiammazione, edema, congestione, alterazione dello scarico venoso o della sua vascolarizzazione, causa aumento dei volumi che così entrano in conflitto con la "scatola ossea" che le contiene determinando una sorta di autostrangolamento con interruzione dell'irrorazione sanguigna. Queste alterazioni scatenano anomalie sensoriali immediate come la diminuzione della capacità uditiva, lo sviluppo di acufeni (ovvero disturbi costituiti dalla percezione di fischi, ronzii, fruscii non reali) spesso associati a un disturbo degli organi di equilibrio (sindrome vestibolare, con vertigini con nausea e vomito). In presenza di questi sintomi, è opportuno presentarsi senza perdere tempo, pena il rischio di perdita definitiva dell'udito, al Pronto Soccorso di un ospedale preferibilmente con un reparto di Otorinolaringoiatria, così da poter essere sottoposti alle opportune indagini diagnostiche (test audiometrici, diagnostica per immagini-RMN, valutazione di idoneità alla esecuzione del trattamento ossiiperbarico) ed effettuare precocemente le opportune e più efficaci terapie antinfiammatorie, alle quali sempre più spesso oggi viene associata la terapia con ossigeno iperbarico.

Di che tipo di terapia si tratta?
L'ossigenoterapia iperbarica (OTI) è una branca della specialità anestesiologico-rianimatoria che negli ultimi decenni ha trovato indicazioni terapeutiche non solo nei trattamenti di emergenze, nelle quali l'OTI è riconosciuta come terapia salvavita, ma anche per trattamenti cronici ambulatoriali come complemento terapeutico per patologie infettive, vascolari, ortopediche e internistiche. È una terapia incruenta attuata mediante respirazione di ossigeno puro in camere iperbariche pressurizzate ad aria, a pressione superiore a quella ambientale, in modo da ottenere la presenza in ogni cellula del corpo di una maggior quantità di ossigeno (20 volte superiore al normale) che diffonde, a prescindere dalla vascolarizzazione nei tessuti dell'organismo, per ottenere un effetto antimicrobico selettivo o come stimolo dei processi di guarigione, interrotti o rallentati, nei tessuti ipossici. L'ossigeno iperbarico è un potentissimo farmaco: ha un'azione detossificante negli avvelenamenti da gas (ossido di carbonio); è un ossidante selettivo in grado di uccidere microbi responsabili di infezioni anche mortali o di mutilazioni radicali. Come ogni farmaco, però, deve essere somministrato seguendo schemi terapeutici specifici per ogni patologia e paziente.

E in che modo agisce nel caso dell'ipoacusia improvvisa?
Nel caso di ipoacusia, determina la riduzione volumetrica delle componenti dell'orecchio interno, ovvero ristabilisce gli equilibri pressori e la circolazione dell'orecchio interno, favorendo l'ossigenazione e il recupero delle cellule in sofferenza delle strutture neurosensoriali in black out, risolvendo così sintomatologicamente la sordità residua. La terapia con ossigeno iperbarico non è applicabile a domicilio, poiché è necessario un trattamento in camera iperbarica presso una struttura dotata di impianti, tecnologia e competenze per poterla effettuare in sicurezza.

Le origini
La Medicina Iperbarica nasce dalla Medicina Subacquea, specialità che si occupa della prevenzione, idoneità all'immersione, diagnosi e trattamento delle malattie causate dalla permanenza dell'essere umano nell'ambiente subacqueo e iperbarico (a pressione maggiore di quella atmosferica).

Cosa cura l'ossigenoterapia iperbarica
Come da delibera regionale (nr. VI/49305 del 31/03/2000) sono riconosciuti i trattamenti di ossigenoterapia iperbarica nei casi di:
• Embolia gassosa arteriosa
• Malattia da decompressione
• Intossicazione da CO e da sostanze solfometaemoglobinizzanti
• Gangrena gassosa
• Infezioni da flora batterica mista
• Gangrena umida delle estremità in diabetici
• Sindrome da schiacciamento
• Radiocrenosi tissutale
• Sordità improvvisa
• Osteomielite
• Trapianti o lesioni chirurgiche a rischio
• Insufficienze vascolari
• Fratture a rischio di scarso consolidamento
• Algodistrofie post traumatiche e necrosi asettica
• Patologie retiniche

A Zingonia un centro di riferimento per la Bergamasca
Il Servizio di Medicina Iperbarica della Casa di Cura Habilita di Zingonia, fondato nel 1978, è riconosciuto come centro per Master in collaborazione con l'Università di Chieti e dall' Università degli Studi di Milano Bicocca. Nell'ultimo anno la sezione di Medicina Iperbarica, attualmente dotata di quattro impianti iperbarici multiposto con un'area dedicata all'urgenza-emergenza, ha contato più di 15.000 trattamenti ambulatoriali programmati e più di 200 trattamenti in emergenza (intossicazioni da gas o da fumi di combustione, gangrene, infezioni gravi e subacquei affetti da malattia da decompressione) essendo uno dei pochi centri iperbarici che garantisce le emergenze con una reperibilità di 365 giorni l'anno. Questo servizio è inoltre possibile grazie alla consolidata collaborazione con i Servizi di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e del Policlinico San Marco di Zingonia.

a cura di GIULIA SAMMARCO

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