Il mal di testa? È donna. Anzi lo diventa negli anni. Nel periodo della prima infanzia maschi e femmine sono ugualmente afflitti dal mal di testa, anche se i maschi iniziano a soffrirne prima. Tutto però cambia con l'arrivo della prima mestruazione (menarca) che porta con sé i primi fenomeni di mal di testa, soprattutto emicrania, diffusi. Da quel momento in poi diventa un disturbo principalmente femminile risentendo anche delle fluttuazioni ormonali che caratterizzano il ciclo riproduttivo delle donne. «La percentuale di uomini che hanno rivelato di aver sofferto di mal di testa almeno una volta nel corso dell'ultimo anno va dal 50% all'80%, ma per le donne questa percentuale cresce e oscilla tra il 70% e il 90%» conferma la dottoressa Paola Merlo, neurologa. «E questo vale per la cefalea tensiva ma soprattutto per l'emicrania che colpisce circa il 17% delle donne contro il 5% degli uomini».

Dottoressa Merlo, ma quali sono i motivi di questa maggior incidenza nelle donne?
Per quanto riguarda l'emicrania, la maggior incidenza nel genere femminile è legata innanzitutto a fattori ormonali. Prova ne è che prevale nel sesso femminile con massima incidenza negli anni attivi dal punto di vista ormonale e riproduttivo. Il ruolo svolto dalle fluttuazioni ormonali mensili (ciclo mestruale) sul dolore emicranico, però, presenta ancora oggi aspetti controversi. In circa il 60-70% dei casi le crisi emicraniche sono scatenate dalla mestruazione (fase in cui si verifica un brusco calo degli estrogeni). Le interferenze neuroendocrine a essa correlate sono in grado di modificarne la presentazione clinica e la storia naturale. L'alterazione di alcuni neurotrasmettitori, in particolare la serotonina, giocano un ruolo cruciale sull'aspetto ormonale. Nel 7/14% dei casi si tratta di crisi esclusivamente "perimestruali" (vedi box). Spesso il primo attacco coincide con la prima mestruazione e tende a migliorare con la gravidanza, grazie alla cessazione delle fluttuazioni ormonali di questo periodo. è importante ricordare che i contraccettivi orali possono aumentare la frequenza e l'intensità delle crisi, dato supportato dal fatto che circa il 50% delle donne sviluppa il primo attacco in corso di trattamento anticoncezionale. Al contrario, con l'avvicinarsi della menopausa o subito dopo, l'emicrania può scomparire o ridursi di frequenza in circa due terzi delle pazienti.

Ma quindi con la menopausa si può dire addio al mal di testa?
Non del tutto. Ogni età ha un suo rischio e la cefalea accompagna ogni passaggio della vita riproduttiva della donna per così dire predisposta (l'emicrania ha una forte componente di predisposizione familiare). E questo vale anche per la menopausa. Se infatti, nell'età giovanile è più facile soffrire di forme primarie, come emicrania e cefalea tensiva, con il passare degli anni e dopo la menopausa è più facile, a volte a causa della comparsa di altre patologie, avere forme di cefalee cosiddette secondarie (ad esempio l'ipertensione e altre patologie cerebrovascolari).

In cosa consiste la cura?
L'approccio terapeutico deve individuare innanzitutto i fattori scatenanti e/o aggravanti gli attacchi per identificare un'idonea terapia sintomatica e/o di profilassi. Non devono essere tralasciate, poi, alcune condizioni patologiche che possono essere frequentemente associate in particolare alla cefalea di tipo emicranico, ad esempio disordini cerebro-cardio-vascolari, disturbi psichiatrici, fenomeni allergici e disturbi funzionali del tratto gastroenterico. Fattori psicologici, ormonali, alimentari, ambientali o, più in generale, la privazione o l'eccesso di sonno, l'ipoglicemia, la febbre, il fumo etc. possono rappresentare veri e propri trigger dell'attacco emicranico.Rapidità di azione, efficacia sui sintomi principali, semplicità e flessibilità del dosaggio oltre a una buona tollerabilità, rappresentano le caratteristiche ideali per un farmaco sintomatico. In generale si fa riferimento a farmaci cosiddetti "specifici" (come i triptani) che agiscono selettivamente sul dolore emicranico e a farmaci "aspecifici" (analgesici e antinfiammatori non steroidei FANS) che agiscono sul dolore in generale. In presenza di più episodi mensili diventa necessario impostare, insieme al proprio neurologo, un trattamento preventivo o di profilassi (scegliendo tra classi di farmaci diverse a seconda delle caratteristiche del mal di testa e della paziente) che può essere effettuato per periodi anche prolungati e ripetuto nel corso della vita. Anche la sospensione della pillola anticoncezionale, in alcuni casi, può aiutare a migliorare il problema. Durante la gravidanza, fase in cui in genere si è meno soggette a mal di testa, ogni tipo di farmaco risulterebbe controindicato se non l'utilizzo del paracetamolo. Tuttavia può accadere che si presenti per la prima volta una cefalea di tipo emicranico con aura (forma che rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare). In tal caso si deve valutare la frequenza degli episodi, l'intensità e sotto stretto controllo medico (ginecologico e neurologico) intervenire con i farmaci abituali per curare l'attacco.

Emicrania da ciclo? Prova con il magnesio
L'emicrania perimestruale o mestruale è una cefalea che colpisce le donne in età fertile in vicinanza alla mestruazione. Per la diagnosi deve essere presente una regolarità di comparsa (la cefalea si deve manifestare almeno per 2-3 cicli mestruali consecutivi). Il periodo di comparsa è un altro parametro cruciale (le crisi si manifestano in genere nei due giorni prima dell'inizio del ciclo o nei due giorni successivi). Le crisi mestruali sono generalmente le più intense e le più lunghe. A volte è necessario intervenire con una mini-profilassi o profilassi temporizzata sul ciclo per avere una riduzione soprattutto dell'intensità e durata, oppure si può ricorrere a farmaci sintomatici specifici. In alcuni casi, o comunque in associazione agli altri trattamenti citati, è utile l'integrazione con sali di magnesio. Alcune pazienti solo con il magnesio riescono a gestire perfettamente la crisi mestruale.

Più a rischio anche per la cefalea tensiva
Anche la cefalea tensiva, che si caratterizza per la comparsa di un dolore gravativo, di entità lieve-moderata, a localizzazione fronto-temporale (il dolore è come un cerchio o un casco e spesso risulta dalla tensione, oltre che dalla contrazione dei muscoli del capo, anche da quelli cervicali, in particolare i muscoli trapezio e lo sternocleidomastoideo), è più diffusa tra le donne. Molteplici le motivazioni da ricercare in una maggiore "vulnerabilità" delle donne a tensione emotiva, stress, affaticamento mentale, a cui si aggiungono posture scorrette e protratte del capo e del collo. Tutte queste condizioni, traducendosi in contratture dei muscoli del collo e del trapezio, non solo possono agire come fattori scatenanti e aggravanti, ma possono anche contribuire alla genesi e soprattutto alla cronicizzazione. La cura? Non solo farmaci analgesici contro il dolore e miorilassanti. Per benefici più a lungo termine possono essere utili massaggi decontratturanti, correzione della postura e tecniche di rilassamento, rimedi questi adottabili anche in gravidanza.

a cura di ELENA BUONANNO
Con la collaborazione della DOTT.SSA PAOLA MERLO
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