Il diabete gestazionale è un disordine metabolico caratterizzato da una ridotta capacità dell'organismo di assorbire e utilizzare in modo adeguato gli zuccheri, che si presenta per la prima volta quando si è in attesa, senza che la donna ne sia mai stata affetta prima. La sua comparsa è dovuta, in particolare, agli sconvolgimenti ormonali tipici della gravidanza: durante i nove mesi, infatti, per garantire il necessario apporto di zuccheri al feto, alcuni ormoni prodotti dalla placenta ostacolano l'azione dell'insulina, un ormone sintetizzato dal pancreas che ha il compito di regolare la concentrazione di glucosio nel sangue.

«Si tratta di un fenomeno fisiologico e necessario per la crescita del feto. Se però questo meccanismo si inceppa, come succede in alcune donne con caratteristiche particolari (familiarità con diabete, sovrappeso etc.), si innesca una condizione di resistenza all'insulina e quindi un aumento eccessivo della concentrazione di glucosio nel sangue materno» spiega il dottor Francesco Clemente, ginecologo. «Se si seguono gli accorgimenti necessari, è possibile comunque portare avanti la gravidanza senza rischi né per la mamma né per il nascituro».

Ma come si fa a sospettarne la presenza?
La sintomatologia è il più delle volte assente. Di rado, la futura mamma può notare sintomi tipici dell'iperglicemia (percentuale di glucosio nel sangue superiore al normale), come aumento della sete e della produzione d'urina. Proprio per la sua tendenza a non dare sintomi, la sua individuazione non può prescindere da un accurato screening, ovvero una procedura che ha scopo diagnostico identificando un gruppo a rischio per una determinata patologia.

Che tipo di esami comprende lo screening?
L'esame più importante è il test orale di tolleranza al glucosio (OGTT). Si tratta di un semplice esame del sangue con il quale si misura la glicemia per tre volte in tre momenti diversi: prima a digiuno, poi, nuovamente, a distanza di un'ora e di due ore dall'assunzione di 75 grammi di glucosio. Le soglie massime per le tre rilevazioni sono rispettivamente di 92, 180 e 153 milligrammi di glucosio per decilitro di sangue. Se anche uno solo dei tre valori risulta alterato si può formulare la diagnosi di diabete gestazionale.

Quando deve essere fatto?
Nel 2003 è stato pubblicato un protocollo ufficiale (redatto dalle Società scientifiche italiane) sullo screening del diabete gestazionale che dà indicazioni precise su quando fare questo esame. Tra le 16 le 18 settimane di età gestazionale è consigliato alle donne con almeno una delle seguenti condizioni:
• diabete gestazionale in una gravidanza precedente;
• indice di massa corporeo pregravidico superiore a 30 (l'indice di massa corporea a BMI si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi per l'altezza, espressa in metri, al quadrato);
• riscontro, precedentemente o all'inizio della gravidanza, di valori di glicemia compresi fra 100 e 125 milligrammi per decilitro.
Il test di screening deve essere ripetuto eventualmente anche alla 28ma settimana se il primo è risultato normale.
Tra le 24 e le 28 settimane, invece, è indicato nel caso di donne che presentano:
• età superiore a 35 anni;
• indice di massa corporeo pregravidico superiore a 25;
• macrosomia fetale (un neonato con peso alla nascita superiore a 4 chili) in una gravidanza precedente;
• diabete gestazionale in una gravidanza precedente;
• familiarità per il diabete;
• famiglia originaria di aree ad alta prevalenza di diabete, come Asia meridionale, Caraibi, Medio Oriente.
Tutte le donne, poi, all'inizio della gravidanza, devono eseguire il dosaggio della glicemia nel sangue per identificare un eventuale diabete preesistente, magari smascherato dallo "stress" gravidico.


Quali sono i pericoli per la mamma e il bambino?
Il diabete gestazionale determina un aumentato rischio di complicanze sia durante la gravidanza (macrosomia fetale dovuta al passaggio degli zuccheri in eccesso al feto o ritardi di crescita fetale, eccesso di liquido amniotico, gestosi) sia durante il parto (problemi all'uscita delle spalle, lacerazioni vulvovaginali materne ed emorragia postpartum).


Non c'è rischio di malformazioni?
Minimamente. Il periodo più a rischio di malformazioni fetali congenite, infatti, è quello compreso tra il concepimento e la decima settimana di gravidanza, mentre il diabete gestazionale tende in genere a presentarsi dopo la ventiquattresima settimana, quando lo sviluppo di organi e apparati del nascituro è ormai completato.


E come si cura?
La dieta rappresenta la terapia fondamentale. È importante rivolgersi a un diabetologo con esperienza in diete per la gravidanza. Diete eccessivamente povere di carboidrati (e quindi di zuccheri), infatti, finiscono per avere l'effetto opposto, causando chetonuria (presenza di corpi chetonici come acetone, acetoacetato e b-idrossibutirrato nelle urine) e sbalzi glicemici nella madre e nel feto. Non bisogna mai scendere sotto le 1500 calorie giornaliere. Anche l'esercizio fisico è importantissimo: aiuta a ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue. Bastano 30-40 minuti al giorno di camminata a passo sostenuto. Nei casi in cui i valori della glicemia risultino particolarmente elevati, è indicata anche una terapia a base di insulina, secondo modalità personalizzate. In casi selezionati, infine, possono essere prescritti anche farmaci ipoglicemizzanti orali come la metformina: in passato si pensava che potessero attraversare la barriera placentare, recentemente però è stata evidenziata la loro non pericolosità.

Se era già presente prima della gravidanza
Il diabete pregestazionale, che cioè esisteva prima della gravidanza e non è stato curato, può condizionare un aumentato rischio di aborto. In queste condizioni, quindi è fondamentale un accurato controllo glicemico prima di programmare un figlio. In queste donne inoltre esiste un aumentato rischio di alcune malformazioni fetali (in particolar modo cardiopatie, malformazioni del sistema nervoso centrale e dell'apparato gastrointestinale), perciò è raccomandata l'esecuzione di accurati controlli.

a cura di GIULIA SAMMARCO
Con la collaborazione del DOTT. FRANCESCO CLEMENTE
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
- PRESSO L'OSPEDALE M. O. A. LOCATELLI DI PIARIO A.O. BOLOGNINI -