Mantiene sano il cuore, riduce lo stress, migliora l'umore. è il tango, leggendaria danza della seduzione, recentemente proclamata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, che sta vivendo oggi una seconda giovinezza. Non solo come forma d'arte, ma anche per le sue virtù terapeutiche. «Il tango offre moltissimi benefici a livello psicofisico» conferma il ballerino e istruttore di tango Bruno Calvo. «Dal punto di vista fisico migliora la postura e il tono muscolare generale, favorisce la tonificazione di glutei, addominali e arti inferiori, dona maggiore elasticità alla schiena e, non da ultimo, ha effetti benefici sull'apparato cardiocircolatorio. Da quello psicologico, ha un'influenza sorprendente sulla sicurezza individuale: chi si avvicina al tango, si avvicina anche alla propria intimità».

Un toccasana a tutte le età
A dire che il tango fa bene non sono solo i sempre più numerosi appassionati, ma la scienza. Ricerche condotte a Buenos Aires, ad esempio, suggeriscono che ballare il tango è un esercizio fisico paragonabile, in termini di consumo di ossigeno e di calorie, al nuoto, a una camminata a 3,5 km all'ora o a una lenta pedalata in bicicletta, e può indurre cambiamenti favorevoli nel sistema cardiorespiratorio. Altri studi ne hanno invece dimostrato i benefici sull'apparato muscolo-scheletrico, in particolare sulla stabilità dei movimenti e sull'equilibrio, al punto che in alcuni ospedali questa danza viene utilizzato come vera e propria terapia in percorsi di riabilitazione. Ballare tango quindi può essere un'attività non solo piacevole ma anche utile ad esempio per gli anziani per ridurre il rischio di cadute e persino per chi è affetto dal morbo di Parkinson: praticare con regolarità questo tipo di danza aiuterebbe a ritardare gli effetti tipici di questa malattia neurodegenerativa, a evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge principalmente alcune funzioni di controllo dei movimenti e dell'equilibrio. Il segreto? È racchiuso nella necessità di compiere un preciso movimento: il corpo deve eseguirlo attivamente sfruttando cambi di peso e di direzione, torsione del busto, passi sia in avanzamento sia in arretramento, pause e accelerazioni. "Passi" che aiutano a realizzare un costante miglioramento dell'equilibrio, della postura e della qualità del movimento. Fin qui i benefici per il corpo. E per la mente? Oltre a favorire la socializzazione e a migliorare l'autostima, pare sia uno dei modi più efficaci per ridurre i livelli di stress, ansia e depressione. Inoltre sembra in grado di incrementare le capacità cognitive a tutte le età: il pensiero creativo, come quello che si attiva necessariamente quando si improvvisano i passi di un ballo (il tango si basa sull'improvvisazione) scegliendoli in sincronia con la musica, "rafforza" le connessioni neurali compensando così la perdita di cellule causata dall'invecchiamento, come fosse una sorta di ginnastica mentale. Senza contare i benefici che una danza così sensuale può avere sulla vita e la sintonia di coppia (ovviamente se ballato con il proprio partner). Ma quante volte bisognerebbe ballare? «Non esiste una regola. Più lezioni si riescono a frequentare meglio è» suggerisce Calvo.

Passione e improvvisazione
"Il tango è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna, anche se il passo più importante, l'"otto", che è come il cuore del tango, lo fa la donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l'improvvisazione". Questo è il tango secondo Miguel Ángel Zotto, tra i più grandi ballerini di tutti i tempi. «Essendo un ballo basato sull'improvvisazione, l'unica regola è il rispetto: l'uomo comanda e la donna propone. ll tango è istinto: non bisogna pensare, ma lasciarsi trascinare dalla musica e dalla passione» continua Calvo. Ballare bene, quindi, è questione di sintonia? «La sintonia di coppia è la base da cui si sviluppa il dialogo tra i partner e con la musica. La posizione di ballo non a caso è un abbraccio frontale più o meno asimmetrico, a seconda dello stile, in cui l'uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano: nel tango il contatto è importantissimo ed è l'ostacolo principale da superare, quando ci si avvicina a questa disciplina. Spesso, purtroppo, non si ha il coraggio di mettersi in gioco con questo tipo di danza, perché risulta troppo intima e non alla portata di tutti, ma, una volta superata la timidezza, ci si rende conto di quanto grande siano l'energia e la sicurezza che si riescono ad acquisire grazie a essa» conclude il ballerino.

Un po' di storia
ll tango nasce alla fine del 1800 in Argentina, grazie alla migrazione europea e africana in Sudamerica. Espressione popolare, ballata nei quartieri poveri ed emarginati, unisce in sé stimoli ed elementi diversi: la payada (forma di poesia popolare), l'habanera (danza di origine cubana dal tempo binario e ritmo simile al tango), la milonga, il candombe (danza tipica dei neri e simile al tango per la forte carica di sensualità e per il contatto tra i corpi). Nel Novecento approda in Europa, dove viene riadattato e "depurato" da alcuni passi ritenuti troppo "indecenti".

Le sequenze base
Il tango si compone di una serie di sequenze base da cui si sviluppa l'improvvisazione. Tra queste le più importanti sono:
• la camminata, che rappresenta la base del tango;
• la salida basica, una sequenza didattica di otto passi;
• la cadenza, che consiste nel tenere il ritmo sul posto;
• il giro, in cui l'uomo e la donna girano camminando attorno all'asse della coppia;
• il molinete, in cui l'uomo guida la donna in un giro attorno al proprio asse.

a cura di ALESSANDRA PERULLO
con la collaborazione di BRUNO CALVO
Ballerino e istruttore di tango
- PRESSO LA PALESTRA SPORTPIU' DI BERGAMO -