L’ASST Bergamo Ovest è in prima linea per sensibilizzare la popolazione sul tema "violenza sulle donne", e si è fatta promotrice col le Aziende Speciali del territorio della Pianura Bergamasca, Risorsa Sociale della Gera d'Adda e Solidalia, di alcune importanti iniziative sul territorio, in collaborazione anche con il Comune di Treviglio, Sirio, la Rete Non Sei sola e col patrocinio di Onda.

Martedì è stata inaugurata all’Ospedale di Romano di Lombardia la mostra a pannelli curata da Mirko Rossi e organizzata dal Gruppo Sconfinate, alla presenza della Presidente e della Direttrice di Solidalia, Alessandra Ghilardi e Antonietta Maffi, del Sindaco di Romano, Sebastian Nicoli e del Direttore Socio Sanitario ed Amministrativo dell’ASST, Barbara Mangiacavalli e Flavia Bernini.

Rosangela Pesenti, del Gruppo Sconfinate, ha fatto un excursus sull’universo femminile e sulla storia dei femminicidi, focalizzando l’attenzione dei presenti su quanto “la cancellazione del “femminile” è, di fatto, un genocidio simbolico a cui si accompagna troppo spesso l’uccisione reale di donne. La violenza maschile colpisce le donne solo perché vogliono vivere con gli stessi diritti di cui godono gli uomini”. Ha proseguito incitando le donne e il mondo intero a “lottare perché la violenza sia cancellata dalla vita delle donne, delle bambine e dei bambini e anche da quella degli uomini”.
La mostra è fatta di domande per gli uomini e domande per le donne: Come nasce la violenza maschile sulle donne? Perché tanti femminicidi? Quanta violenza cresce dentro le nostre relazioni quotidiane?

Dopo la camminata lungo il corridoio all’ingresso dell’Ospedale, proprio di fronte al Pronto Soccorso (punto di raccolta delle segnalazioni di violenza in un Ospedale), e l’illustrazione dei pannelli, i presenti si sono spostati in Piazza Roma dove, fino al 27 novembre, è esposta una meravigliosa opera sempre dell’artista e grafico Mirko Rossi: una scultura che rappresenta una sagoma di una donna nuda, immobile e indifesa attraversata da uno schiaffo che le ha tolto dignità. Il gioco di contrasto tra la morbidezza plasmante della luce e la rugosità di mattoni e pietre, permette al soggetto di indagare il tema della fragilità e del drammatico dibattito attorno al tema della violenza. In una miscellanea di suggestioni il materiale riflettente a specchio fa sì che la sagoma femminile assorba l'eco delle architetture della piazza, scomparendo agli occhi, pensanti e assorti dal tema, dei passanti. L’installazione è stata promossa da Solidalia, in collaborazione con il Circolo di Ricreazione artistica “Il Romanino” e patrocinata dal Comune di Romano di Lombardia.

Nel Decumano dell’Ospedale di Treviglio, contemporaneamente, prendevano vita gli stand, gli info point, mostre, e le rappresentazioni grafiche e video sempre incentrati sul tema della violenza.
Il culmine dell’esposizione sarà domani, venerdì, quando tutte le associazioni partecipanti animeranno il decumano mentre al piano di sopra, in Sala Convegni, alle ore 09.30 inizierà il convegno …. Noi ci siamo…, titolo che già, da solo, fa capire come tutte le istituzioni, gli enti e le associazioni aderenti hanno iniziato a far rete, grazie anche al Progetto Non Sei Sola.
In tutti i Servizi dell’ASST, invece, è già stato posizionato almeno un “Posto Occupato”, una sedia simbolicamente dedicata ad una donna vittima di violenza attraverso un drappo rosso.
Nei SerT termineranno questo pomeriggio gli sportelli d’ascolto ad accesso libero dove le donne o gli uomini, vittime di violenza o carnefici, hanno potuto lanciare il loro grido d’aiuto, ricevendo un adeguato supporto sia clinico-medico, sia psicologico.
Questo pomeriggio l’Ambito Distrettuale Dalmine – zona consultorio - allestirà l’esposizione di quadri relativi al tema della Giornata, opere realizzate degli allievi della scuola di pittura del Comune di Dalmine, diretta dal Maestro Giovanni Sana

Vi aspettiamo: la vostra presenza - e quella dei cittadini - sarà un modo per dimostrare l’attenzione verso le donne e verso una tematica che, purtroppo, sempre più spesso anima le pagine di cronaca nera.

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