Aumentano gli italiani con disturbi d’ansia e dell’umore. Si stima che nel nostro Paese il 10% della popolazione abbia sofferto, almeno una volta nella vita, di ansia. Per qualcuno si tratta di una condizione costante che riguarda una o più sfere della vita, da quella personale a quella lavorativa. Per altri è più “occasionale” e circoscritta a momenti e situazioni particolari: in estate, ad esempio, tipica è l’ansia di mostrarsi in costume davanti agli altri o quella di prendere un aereo. Tante forme di ansia, diverse per intensità e motivi scatenanti. Attenzione: provare ansia non sempre è un male. Anzi. A volte serve a dare una spinta in più, ad esempio prima di un esame all’università o un impegno importante al lavoro. Il problema è quando diventa troppa. Quali sono allora le strategie per tenerla sotto controllo? Quali i segnali che la situazione ci sta sfuggendo di mano? Ne parliamo con la dottoressa Marisa Pandolfi, psicologa.

Dottoressa Pandolfi, innanzitutto cosa è l’ansia?
L’ansia è uno stato emotivo assolutamente normale che segnala la presenza di un pericolo o di una situazione minacciosa e ci consente di affrontarla e superarla. Come tutte le emozioni, ha una propria utilità, sebbene essa provochi perlopiù delle sensazioni spiacevoli (per esempio apprensione, irritabilità, difficoltà a rilassarsi e dormire etc.). In generale, le persone ansiose temono di non riuscire ad affrontare le situazioni e, nei casi più intensi, possono persino aver paura di morire o perdere il controllo. Le manifestazioni fisiche dell’ansia (maggiore sudorazione, irrequietezza, bocca asciutta, nausea o disturbi addominali, aumento della pressione e della frequenza cardiaca, vertigini, tensioni o dolori muscolari, senso di soffocamento) a loro volta, aumentano lo stato di preoccupazione della persona che le vive.

Perché proviamo ansia?
Sebbene alcune situazioni siano tipicamente “ansiogene”, ognuno di noi prova ansia di fronte a certi specifici eventi o oggetti. Qualcuno, per esempio, può essere spaventato quando si trova in ambienti affollati mentre altri hanno timore di rimanere chiusi in uno spazio angusto. Si può avere paura di parlare in pubblico, di rimanere soli, di salire su un aereo o guidare la macchina, di affrontare un esame scolastico, di ammalarsi… ma si può provare ansia anche di fronte a una promozione sul lavoro o prima del matrimonio. Spesso, l’ansia sembra, a chi la vive, eccessiva e inspiegabile, tuttavia, scavando sotto la superficie, se ne possono capire le motivazioni. È nella storia personale e nelle relazioni importanti che si possono comprendere le origini psicologiche dell’ansia di ciascuno.

Esistono strategie efficaci per tenerla sotto controllo?
Ognuno di noi mette in atto delle strategie per gestire o controllare l’ansia. Per esempio, la paura di un esame universitario può portare uno studente a iniziare a studiare molto tempo prima, oppure può spingerlo a rimandare nel tempo la prova. Nel primo caso, siamo di fronte a una strategia cosiddetta adattiva perché consente allo studente di prepararsi di più e ottenere buoni risultati; nel secondo caso, invece, il problema viene amplificato: lo studente potrebbe ritardare la carriera scolastica. In generale, quando i tentativi di soluzione comportano più costi che benefici, siamo di fronte a strategie disadattive. La stessa strategia, però, può andar bene per qualcuno e non per qualcun altro. La paura di viaggiare in aereo porta, per esempio, molte persone a evitare questo mezzo di trasporto. Per alcuni, scegliere una meta più vicina a casa è un’ottima soluzione, mentre, per altri, può essere origine di litigi in famiglia, frustrazioni personali, magari difficoltà lavorative.

Quando diventa un disturbo 
Quando l’ansia ha gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne soffre e quando le strategie che vengono messe in atto per controllarla non bastano più o peggiorano la situazione, è il momento di rivolgersi a uno psicologo o a un terapeuta. Tra i più comuni disturbi d’ansia degli adulti ci sono:
> la Fobia Specifica: quando si prova una paura molto intensa di un oggetto o un evento al punto che si fa di tutto per evitarlo;
> il Disturbo d’Ansia Generalizzato: quando ci si sente sempre preoccupati, anche senza un apparente motivo, per oltre 6 mesi;
> gli Attacchi di panico: quando capita di provare, inaspettatamente ma per un tempo limitato (in 10 minuti raggiunge il picco intensa paura o terrore accompagnati da forti sintomi fisici);
> la Fobia sociale: quando l’elevato timore del giudizio e delle critiche altrui porta ad evitare molte situazioni sociali;
> l’Agorafobia: quando si ha un timore così forte degli spazi aperti o di trovarsi soli in situazioni affollate o estranee tale da indurre a uscire solo accompagnati o da evitare molti contesti.

Paura e coraggio sotto lo stesso tetto
Come ben descritto nel suo libro da Valeria Ugazio (psicoterapeuta e docente all’Università di Bergamo dove ricopre la carica di professore ordinario di Psicologia clinica presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali), spesso le persone ansiose sono cresciute in famiglie nelle quali hanno imparato che il mondo è pieno di pericoli e che per affrontarlo è importante l’aiuto degli altri. Nello stesso tempo sono famiglie in cui l’indipendenza e la libertà sono valori fondamentali e si ammira chi, coraggiosamente, sa affrontare il mondo pericoloso da solo.
Sotto questo stesso tetto ci sono persone che preferiscono affidarsi agli altri per prendere decisioni e affrontare le responsabilità, che amano stare con persone a loro familiari e in luoghi conosciuti e persone autonome, che amano rischiare, viaggiare, esplorare mondi nuovi. Se per le prime è più facile sentire ansia quando si trovano da sole ad affrontare un viaggio, un trasferimento, una separazione o una promozione lavorativa, le seconde potrebbero diventare ansiose di fronte a una proposta di matrimonio o l’acquisto di una casa.

a cura DI MARIA CASTELLANO
con la collaborazione della DOTT.SSA MARISA PANDOLFI
Psicologa
Studio Dialego Bergamo