Si possono mangiare crude o cotte. Contengono sostanze che contribuiscono al buonumore. Sono povere di calorie, ma ricche di fibre. Abbinate ai cereali possono essere una valida alternativa alla carne. Le virtù delle fave, legumi tipicamente primaverili (a seconda della fascia climatica e della varietà, si possono raccogliere da aprile ad agosto), sono davvero molte e sorprendenti. Conosciamole meglio con l’aiuto della dottoressa Simona Tadini, biologa nutrizionista.

ALLEATE NELLE DIETE

«Nelle fave abbondano le fibre, solubili e insolubili, le proteine, il Calcio e il Ferro, caratteristiche che, unite al fatto che l’apporto calorico, nell’alimento fresco, è limitato (42 kcal/100 g), ne fanno un alimento di rilievo e utile nei regimi ipocalorici» osserva la dottoressa Tadini.

GIÙ IL COLESTEROLO

Le fibre solubili presenti nei legumi e quindi anche nelle fave, contribuiscono ad abbassare i valori di colesterolo totale e in particolare la sua frazione LDL (colesterolo cattivo).

UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA CARNE

«L’apporto proteico delle fave è elevato, tanto da renderle paragonabili alla carne, infatti aumenta da 5 g/100 g nell’alimento fresco per arrivare a 27 g/100 g in quello secco» continua l’esperta. «Se si considera che la carne di bovino adulto apporta mediamente 21 g di proteine per 100 di alimento, possiamo ben considerare la fava un degno sostituto della carne. Attenzione però: abbinatela a un cereale, poiché l’apporto amminoacidico dei legumi si completa solo nei cosiddetti “piatti unici”. Anche il contenuto in Ferro non è da sottovalutare; passa da 2 a 5 g/100 g dal seme fresco a quello essiccato, contro una media di 1,5 g/100 g nella carne di bovino adulto. Se, quindi, si volesse optare per un'alimentazione prevalentemente vegetariana, seguendo alcuni accorgimenti (ovvero la trasformazione del ferro vegetale in ferro assimilabile tramite acidificazione, aggiungendo succo di limone al momento), non rischieremmo di certo una carenza di Ferro».

AMICHE DELLE OSSA

Lo sapevate che il contenuto di Calcio delle fave è solo di poco inferiore a quello del latte vaccino? 90 g contro i 120 del latte intero pastorizzato. «Certamente è importante considerare che nel latte il rapporto Calcio/Fosforo è ideale per una completa assimilazione di questo sale minerale, ma se riusciamo a combinare bene gli alimenti, non dimenticando l’importanza delle acque minerali, saremo in grado di ottenere livelli adeguati di Calcio» sottolinea la nutrizionista.

FAI IL PIENO D’ALLEGRIA!

Oltre a migliorare la qualità dell’alimentazione, le fave contribuiscono anche alla nostra felicità! «Contengono una sostanza conosciuta come Levodopa che svolge numerose funzioni nel cervello; in particolare, essendo coinvolta negli stimoli che producono motivazione e ricompensa, ci infonde soddisfazione e buonumore» spiega la dottoressa Tadini. Alcuni studi hanno anche dimostrato un legame tra l’assunzione controllata di fave e il miglioramento della sindrome di Parkinson, patologia degenerativa per la quale la Levodopa rappresenta il cardine della terapia.

ZUCCHERI NEL SANGUE SOTTO CONTROLLO

Consumare fave regolarmente aiuta nella prevenzione del diabete e nella modulazione della glicemia in coloro che già ne soffrono. «E non è ancora tutto. Hanno anche un’azione antiossidante grazie al loro contenuto in Manganese, il seme fresco è idratante e drenante delle vie urinarie» aggiunge ancora l’esperta.

CONTRO IL DOLORE IN CASO DI CALCOLI E COLICHE RENALI

La tradizione fitoterapica italiana consiglia infusi di fiori di fava come sedativo dei dolori in caso di calcoli e coliche renali, mentre il decotto di baccelli si dimostra utile nel ridurre l’albuminuria (perdita di proteine nelle urine). «Non a caso nella medicina tradizionale cinese, la fava è consigliata per curare molto di ciò che ha a che fare con i liquidi corporei: è emostatica, diuretica e fa riassorbire gli edemi (gonfiori)» conclude la nutrizionista.

È l’unico legume che si può mangiare crudo, dopo averlo privato del tegumento. È ottima anche essiccata e decorticata, cucinata sotto forma di crema”

Fave fresche crude per 100 g alimento

. Proteine 5,2 g

. Carboidrati disponibili 4,5 g

. Zuccheri 2,2 g

. Sodio 17 mg

. Potassio 200 mg

. Fibra 5 g

Tra storia e tradizione
Secondo un’antica usanza nell’orto sarebbe bene coltivare sempre qualche pianta di fava, anche all’interno di altre colture, perché in grado di attirare su di sé i parassiti che quindi non infesterebbero gli altri ortaggi. La coltivazione delle fave era molto diffusa nell’antichità e il seme estremamente apprezzato tranne, pare, che da Pitagora. Narra la leggenda che preferì farsi raggiungere e uccidere dalle guardie di Cilone di Crotone, piuttosto che mettersi in salvo in un campo di fave. Si potrebbe ipotizzare che questa repulsione fosse dettata dal favismo (malattia genetica legata al cromosoma X che causa emolisi, cioè distruzione dei globuli rossi, in chi ne è affetto, se mangia fave) da cui avrebbe potuto essere affetto il filosofo.

a cura di VIOLA COMPOSTELLA
con la collaborazione della DOTT.SSA SIMONA TADINI 
Biologa Nutrizionista a Treviglio e Caravaggio