Con le nuove regole sarà più facile donare e non sprecare alimenti e farmaci. Raddoppiare (da 500 mila e 1 milione di tonnellate) la quantità di cibo recuperata nel nostro Paese dalle associazioni non-profit e donata ai più bisognosi. È questo l’obbiettivo principale della nuova legge 166/16 sugli sprechi alimentari, approvata ad agosto dal Senato ed entrata in vigore il 14 settembre. Un provvedimento importante e molto atteso che, come sottolineato dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina “è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015, una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano.

Un provvedimento che conferma l'Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. Con questa legge ci avviciniamo sempre di più all'obbiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi”. La legge, arrivata a soli sei mesi di distanza rispetto a un'analoga legge francese, definisce per la prima volta nell'ordinamento italiano i termini di “eccedenza” e “spreco”alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, e punta a semplificare le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. Consente, inoltre, ad esempio la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito e la donazione del pane avanzato nell'arco delle 24 ore dalla produzione. E, per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, permette ai clienti l'asporto dei propri avanzi con la “family bag”. Anche mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità potranno fare la propria parte, perché sono previste specifiche linee guida. Ne parliamo con Marco Lucchini, Direttore Generale della Fondazione Banco Alimentare, onlus da 27 anni impegnata nella raccolta delle eccedenze alimentari e nella loro distribuzione gratuita ad oltre 8.000 associazioni e enti caritativi in tutta Italia.

La legge riguarda solo lo spreco alimentare?
Come espresso nel titolo “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” la legge 166/16 intende favorire non solo il recupero di eccedenze alimentari, ma anche di prodotti farmaceutici; inoltre intende limitare le conseguenze negative per l’ambiente attraverso la riduzione della produzione di rifiuti e a contribuire a informare e sensibilizzare i consumatori e le istituzioni sui temi trattati dalla legge stessa. La cosa che ci tocca più da vicino è l’aver affermato il riconoscimento del valore prioritario delle donazioni per fini umani.

Chi è coinvolto dalla legge (cittadino, dettaglio, grande distribuzione, ristorazione...)?
Nella legge sono coinvolti tutti i soggetti della filiera alimentare per la parte operativa del recupero, ma anche le istituzioni come il Ministero dell’ambiente, Il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) e il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole) per la parte di promozione e formazione di iniziative rivolte alla riduzione degli sprechi. Anche i comuni avranno la possibilità di intervenire con provvedimenti di riduzione della tassa dei rifiuti per le aziende donatrici. Infine la Rai sarà chiamata a fare la sua parte per promuovere campagne di comunicazione per favorire le donazioni e sensibilizzare i consumatori sul tema dello spreco.

Con quale criterio/meccanismo verranno raccolti e poi distribuiti gli alimenti? Quali saranno gli enti coinvolti?
Semplicemente questa legge, avendo armonizzato e semplificato il quadro normativo di riferimento, incentiva maggiormente aziende, supermercati, esercizi commerciali, ristoratori a donare il cibo in eccesso, consentendo a tutti gli enti come il nostro di recuperare ancora più alimenti. Anzi la legge ha anche ampliato la platea di soggetti a finalità sociale che potranno beneficiare degli alimenti per sostenere le persone povere. Come già avviene da 27 anni, Banco Alimentare proseguirà la sua attività quotidiana di recupero di eccedenze alimentari dalla filiera agroalimentare e ridistribuzione delle stesse alle oltre 8.000 strutture caritative convenzionate su tutto il territorio nazionale, attraverso il lavoro delle 21 Organizzazioni Banco Alimentare territoriali.

Qual è l'incentivo/sanzione per favorire l'adesione alla raccolta?
La legge 166/16 non prevede sanzioni, ma responsabilizza tutti i soggetti, coinvolgendoli in un processo virtuoso che fa bene in primis alle aziende stesse e ai loro dipendenti e a cascata a tutta la società. Le novità per le aziende sono diverse, tra queste: l’abolizione della comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate, ma solo consuntiva a fine mese per le donazioni, mentre nessuna comunicazione è dovuta per donazioni di alimenti deperibili o per importi inferiori a 15.000 euro e la possibilità per i Comuni di ridurre la tassa sui rifiuti alle imprese che documentano le donazioni.

Quando in pratica comincerà a funzionare la macchina anti-spreco?
La macchina anti-spreco è già in funzione e mai si è fermata in questi anni, se si pensa che solo Banco Alimentare in questi anni ha aumentato le tonnellate di alimenti recuperate passando da 17.101.800 nel 2008 a 31.552.845 kg nel 2015, da 387 punti vendita della grande distribuzione a 864 nel 2015. Ora con la nuova legge ci aspettiamo di recuperare più cibo e ci auguriamo che da qui a 3 anni si possa arrivare a superare anche 1 milione di tonnellate di alimenti recuperati; dal nostro osservatorio possiamo dire che gli effetti della legge si vedono anche a solo un mese dalla sua entrata in vigore, infatti, in 27 anni di attività, non abbiamo mai ricevuto così tante telefonate da parte di aziende, ristoranti, industrie che vogliono incominciare a donare, o farlo con più incisività e continuità.

SCADENZA E TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE:CHE DIFFERENZA C’E’
La data di scadenza (“da consumarsi entro…”) indica la soglia oltre la quale l’alimento può diventare un pericolo per la salute, mentre il termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro…”), il limite oltre il quale l’alimento comincia a perdere alcune caratteristiche organolettiche e nutrizionali ma è comunque commestibile. Sulla base di questa distinzione, alimenti che abbiano superato il termine minimo di conservazione possono essere donati, così come i prodotti da forno non venduti o somministrati entro le 24 ore successive alla produzione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione.

Sei milioni di persone in Italia vivono sotto la soglia di povertà mentRe si getta nella pattumiera cibo per un valore di 10 miliardi di euro all’anno

a cura di VIOLA COMPOSTELLA
in collaborazione con Marco Lucchini Direttore Generale Banco Alimentare