Per le donne in menopausa, ma non solo…
È l’esame di riferimento per prevenire, diagnosticare e controllare l'evoluzione dell'osteoporosi. Non invasivo e di facile esecuzione, è consigliato in particolare (ma non solo) alle donne in menopausa. È la Mineralometria Ossea Computerizzata, più comunemente chiamata MOC. Ma quando bisognerebbe farla? E ogni quanto? Ci sono rischi? Lo abbiamo chiesto a Renato Suardi, medico radiologo.

Dottor Suardi, a cosa serve in particolare questo esame?
La Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) studia la densità della massa ossea, valutandone lo stato di mineralizzazione, rilevandone eventuali degenerazioni. In pratica misura la quantità e la densità di sali minerali (sali di calcio) contenuti nella regione dello scheletro esaminata, in genere la colonna vertebrale a livello lombare e il collo del femore. Per effettuarla si possono usare diverse tecnologie, come ultrasuoni su ossa di piccole dimensioni (avambraccio o calcagno), la TAC (a livello delle vertebre lombari) oppure apparecchiature dedicate a raggi X, che si chiamano DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry).

In quali casi può essere utile?
Viene utilizzata per lo studio delle patologie demineralizzanti dell'osso come l’osteoporosi (vedi box), ma anche l’osteomalacia (malattia metabolica dello scheletro caratterizzata da una difettosa mineralizzazione della matrice ossea), il rachitismo etc.. Inoltre è fondamentale per lo studio della demineralizzazione nelle carenze estrogeniche (menopausa, menopausa precoce, amenorrea secondaria e ipogonadismo); nella patologia tiroidea; nelle terapie croniche con cortisonici e ormoni; nel monitoraggio delle terapie rimineralizzanti; nelle donne con età superiore a 65 anni.

Ogni quanto bisognerebbe rifare l’esame?
Nelle persone a rischio elevato (ovvero che presentano segni di osteoporosi) l’esame dovrebbe essere ripetuto annualmente, mentre nei soggetti a basso rischio si può ripetere ogni due anni (ndr. l'osso si modifica lentamente ed esami troppo ravvicinati non possono evidenziare cambiamenti significativi). Sarà comunque il medico a consigliare la frequenza più indicata a seconda della condizione del paziente.

Ma richiede una preparazione particolare?
No, la MOC è un esame di facile esecuzione, non necessita di preparazione e sostanzialmente privo di rischi per il paziente, in quanto la dose di raggi X è trascurabile.

Quanto dura e come si svolge?
Circa tre minuti. Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino dove lo strumento di emissione dei raggi X, situato sotto il materassino, è accoppiato a un braccio mobile che contiene il rilevatore dei raggi e che scorre lungo il corpo.

Ha controindicazioni?
Solamente la presenza di protesi d'anca e pregresse vertebro-plastiche. In questi casi l'esame viene eseguito comunque, ma esaminando l'avambraccio.

OSTEOPOROSI: PREVENZIONE E CURA
Che cosa è. Come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’osteoporosi è "una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da riduzione della massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".

I fattori di rischio. I principali sono:
età avanzata, sesso femminile, razza bianca o asiatica, familiarità per osteoporosi e corporatura esile.
Altri fattori di rischio comprendono: riduzione dell’esposizione agli estrogeni nel corso della vita (ad esempio menopausa, soprattutto se precoce e chirurgica), basso apporto di calcio, stile di vita sedentario e fumo di sigaretta.

I sintomi. È una malattia che rimane a lungo silente senza dare segni di sé per anni, manifestandosi improvvisamente con una delle tipiche fratture "da fragilità ossea" (polso, coste, vertebre o femore) anche a seguito di traumi lievi e banali.

Prevenzione. Fare attività fisica regolare aiuta a mantenere in forma i muscoli, i riflessi e l'equilibrio e ciò consente di ridurre la possibilità di cadute e traumi. Inoltre, alcuni sport che comportano un carico non eccessivo sulle ossa (camminare, correre, danzare, praticare yoga etc.) ne stimolano il metabolismo. Per quanto riguarda l'alimentazione, è importante assumere una buona quantità di calcio con la dieta (non solo latte e latticini, purché con basso contenuto di grassi, ma anche verdure a foglie verdi, legumi, frutta secca etc.). Fondamentale è poi l'esposizione solare, in modalità corrette: consente la sintesi di vitamina D, sostanza che consente un adeguato assorbimento del calcio presente negli alimenti e un suo corretto metabolismo).

Terapia. In genere il trattamento consiste nella supplementazione di calcio e vitamina D (in gocce orali o fiale) e in farmaci che agiscono direttamente sul metabolismo osseo. I più diffusi sono i cosiddetti bisfosfonati, come alendronato, risedronato e ibandronato, in grado di ridurre la degradazione dell'osso (anti riassorbitivi). Altri farmaci frequentemente utilizzati, ma solo nelle donne, sono i cosiddetti SERM (modulatori selettivi del recettore degli estrogeni) che hanno un'azione simile agli ormoni estrogeni, ridotti nelle donne per la menopausa, e stimolano la produzione di tessuto osseo.

a cura di MARIA CASTELLANO

Ha collaborato il DOTT. RENATO SUARDI
Medico Radiologo
- DIRETTORE SANITARIO DEL CENTRO DI RADIOLOGIA E FISIOTERAPIA GORLE -