Secondo un’indagine DOXA pubblicata nel 2014 per conto dell’Istituto Superiore della Sanità e dell’Osservatorio Fumo Alcol e Droga, sono circa 11 milioni i fumatori nel nostro Paese. E solo il 4% di chi ci prova riesce a smettere nonostante i tanti metodi di disassuefazione dal fumo esistenti. Tra i motivi per cui si fuma o si inizia, ai primi posti ci sono sempre più frequentemente stress, agitazione e una maggior sicurezza che si ricava dalla gestualità associata al fumo.

«Di fronte a questi dati è ormai evidente che, per riuscire a smettere di fumare, è indispensabile un approccio psicologico, poiché agisce sulle cause che innescano e sostengono la dipendenza, aumenta la motivazione del soggetto a smettere e lo sostiene durante la fase di disassuefazione. Non bisogna infatti mai dimenticare che il tabagismo è una vera e propria dipendenza, fisica e psicologica, e non un semplice vizio» osserva il dottor Carlo Jamoletti, medico e psicoterapeuta. Ed è qui, che tra le terapie più efficaci, scende in campo l’ipnosi. «L’ipnosi viene spesso indicata come fattore risolutivo, di immediata e quasi miracolistica efficacia in svariate situazioni di disagio psichico spesso cronicizzate (come la dipendenza da nicotina). In realtà non è esattamente così. È più corretto parlare di psicoterapia ipnotica, un intervento di psicoterapia in cui viene applicata l’ipnosi».

Ma in che modo questo approccio può aiutare a smettere?
Lo psicoterapeuta ipnotista non è un manipolatore di menti né un mago della suggestione: è un professionista (medico o psicologo, specializzato dopo un regolare percorso quadriennale riconosciuto dallo Stato) che cerca di cogliere la complessità della richiesta di aiuto del paziente, spesso non indotta dal semplice sintomo. In questo senso la psicoterapia ipnotica (quindi non la sola ipnosi) aiuta a risolvere il malessere psichico che è concepito come impossibilità o incapacità di usare il proprio potenziale o le risorse personali. Così come avviene per altre forme di dipendenza, in cui la psicoterapia ipnotica ha ottenuto ottimi risultati (dipendenza da sostanze psicoattive, alcolismo, dipendenza da gioco, disturbi alimentari) l’uso dell’ipnosi, che è comunicazione e non suggestione (come spesso si immagina), può favorire l’accesso all’inconscio del paziente. Qui è più stretto il legame tra la mente e il corpo e più facilmente possono emergere le problematiche interiori, attivando le potenzialità inespresse per risolvere la dipendenza dal fumo di tabacco.

Per quali tipi di fumatori può essere adatta la psicoterapia ipnotica?
Per pazienti “difficili” con una lunga consuetudine al fumo e l’acquisizione di condizionamenti molto radicati, oppure pazienti che si trovano in situazioni esistenziali particolari (pensionamento, solitudine, stress o disturbi d’ansia) in cui il fumo spesso assume valenze sostitutive non facilmente superabili.

Qual è l’identikit del fumatore che ha maggiori chance di smettere?
In genere si tratta di soggetti di sesso maschile, con relazioni significative, spinti da una forte motivazione a smettere, con una dipendenza da nicotina da lieve a moderata e che non hanno disturbi dell’umore.

Come si svolge questo tipo di terapia e quanto dura?
Il percorso di psicoterapia ipnotica inizia con un primo colloquio in cui viene valutata la presenza delle tre componenti principali dell’atto del fumare: quella comportamentale, quella legata alla dipendenza farmacologica e quella psicologica. Possono essere utilizzati specifici test che valutano il grado di dipendenza del soggetto, il livello di motivazione a smettere di fumare e l’intensità del craving, ossia della compulsione a fumare. Terminata questa fase, vengono fornite le informazioni essenziali sull’ipnosi e chiarito ogni eventuale dubbio del paziente. A questo punto, si comincia il training vero e proprio, che prevede un numero variabile di incontri (minimo 10), in cui il paziente viene sottoposto a sedute di ipnosi.

E cosa succede, in concreto, in queste sedute?
Attraverso l’ipnosi, che induce uno stato modificato di coscienza, detto trance, simile al dormiveglia (non si dorme né si perde coscienza), vengono rinforzate le capacità del paziente a superare il senso di vuoto che la mancanza di fumo comporta, viene aumentata la resistenza al craving e viene rievocato lo stato di benessere che il paziente ha sperimentato nei periodi in cui non fumava. Tutto questo attraverso una comunicazione che può essere volutamente metaforica oppure più diretta. In quest’ultimo caso si possono utilizzare concetti blandamente avversativi, ad esempio inducendo il paziente ad associare l'abitudine di fumare a qualcosa di negativo, come tosse, nausea, senso di soffocamento, cattivo odore dell'alito e dei vestiti, ingiallimento dei denti, rischio di incorrere in malattie serie, uniti però a “rinforzi” positivi, che sottolineano e rinforzano i vantaggi della disassuefazione in modo da rafforzare la volontà di liberarsi dalla dipendenza. I risultati di numerosi studi che hanno valutato l’efficacia della psicoterapia ipnotica dimostrano che si tratta di un intervento utilizzabile con successo, soprattutto se viene inserito in un ambito multidisciplinare che può prevedere anche la terapia sostitutiva nicotinica o la terapia di gruppo.

Il terapeuta induce lo stato di Ipnosi attraverso tecniche di comunicazione che aiutano il paziente a concentrarsi sul proprio mondo interiore raggiungendo contemporaneamente uno stato di benessere e rilassamento

Meglio smettere di colpo
Secondo i dati della letteratura scientifica, la più alta percentuale di successo si verifica in chi decide di troncare bruscamente l’uso della sigaretta, perché segnala un impegno più deciso e una maggiore disponibilità ad accettare potenziali disagi. La disassuefazione graduale, percepita come meno impegnativa, ha un altissimo rischio di abbandono.

a cura di MARIA CASTELLANO

ha collaborato il DOTT. CARLO JAMOLETTI
Medico e Psicoterapeuta
- A.M.I.S.I. (ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDIO DELL'IPNOSI) MILANO