Se è la RSA ad andare a casa delle persone
Si chiama “RSA aperta” e ha l’obbiettivo di portare i servizi normalmente offerti dalle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) direttamente a casa di chi ne ha bisogno. Senza che la persona in condizione di fragilità socio-assistenziale debba abbandonare le sue abitudini, l’ambiente a lui familiare e i suoi legami.

Un nuovo modo di “prendersi cura”, che rientra in una sperimentazione promossa dalla Regione Lombardia dal 2014 (durerà fino a fine del 2015). Tra gli enti che hanno raccolto la sfida c’è la Fondazione G. C. Rota Onlus, di Almenno San Salvatore, fondata nel 1879 per volontà di Giovanni Carlo Rota che oggi gestisce una RSA per anziani, un Centro di riabilitazione motoria, un centro diurno integrato, una residenza sanitaria per disabili, un servizio di assistenza infermieristica domiciliare (ADI) e un poliambulatorio medico. «Si tratta di un progetto innovativo al quale abbiamo aderito fin da subito con entusiasmo» spiega Maria Mangili, responsabile del servizio RSA aperta e dell’ADI della Fondazione Rota. «In questo modo da un lato si permette al paziente di rimanere a casa sua, non subendo così “traumi”, dall’altro si offre ai caregiver, ovvero chi si prende cura di lui (familiari, parenti, badanti etc.), qualche momento di sollievo». L’attivazione del servizio, che è completamente gratuito e a oggi segue quasi 85 utenti, deve essere richiesta direttamente dalla famiglia al distretto ASL, senza passare attraverso il Medico di Medicina Generale come invece succede per l’ADI. «Il territorio in cui operiamo con questo progetto è il distretto ASL Vall’Imagna e Villa D’Almè» continua la Mangili. «Possono accedervi tutti coloro che soffrono di una patologia riconosciuta di Alzheimer o demenza, indipendentemente dall’età, e persone con più di 75 anni con invalidità totale e accompagnamento. A differenza dell’ADI, che risponde a un bisogno sanitario, la finalità della RSA aperta è di tipo socio-assistenziale, in altre parole sostegno alla famiglia, igiene e mobilizzazione, assistenza al pasto e compagnia». La Fondazione Rota, nell’ottica di garantire servizi su misura che possano rispondere alle diverse esigenze del territorio, dal 2004 è ente accreditato anche per l’erogazione, in Vall’Imagna e Val Brembana, dell’ADI e ADI Cure Palliative, servizi totalmente gratuiti e garantiti indipendentemente dall'età e dal reddito. «In questo caso la finalità è assicurare alle persone in condizione di fragilità sociale e sanitaria (anziani, disabili, sofferenti di malattie croniche), impossibilitate a recarsi presso strutture sanitari territoriali, le prestazioni delle quali necessitano. Si tratta in particolare di assistenza infermieristica (prelievi a domicilio, sostituzione dei cateteri, medicazioni etc.), a cui sulla base di un piano individuale stabilito insieme al Medico di Medicina Generale si aggiungono prestazioni mediche e riabilitative integrate con interventi socio-assistenziali e psicologici» conclude la responsabile.

a cura di FRANCESCA DOGI

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