La vita è fatta di mille sfumature, di momenti gioiosi e di altri tristissimi e dolorosi, di impegni frenetici quotidiani che ci portano a non soffermarci mai su molti aspetti che spesso diamo per scontati come la salute. Però, forse, questo è anche il segreto per riuscire a vedere il futuro con occhi positivi e pieni di speranza. Qualche anno fa ho avuto il piacere di conoscere il dottor Rolando Ghilardi, chirurgo maxillo-facciale, una persona estremamente seria, cordiale e simpatica. Da subito abbiamo avuto un buon feeling, forse grazie agli stessi valori che condividevamo: famiglia, lavoro, lealtà...

Fin dal nostro primo incontro ho notato che Rolando aveva molta voglia di conoscere, fare esperienze diverse. Non aveva paura di accettare nuove sfide lavorative che potessero farlo crescere e arricchirlo professionalmente. È stato uno dei primi, ad esempio, ad accettare di partecipare alla nostra iniziativa“Salute al Centro”, evento svoltosi al Centro Commerciale Le due Torri. Anche in quell’occasione si è messo in gioco senza nessuna esitazione. Anche se, essendo la prima edizione, era poco più di una scommessa.

Ben presto siamo diventati amici e, pur non frequentandoci nella vita privata, ogni nostro incontro era l'occasione per intavolare discorsi che andavano oltre il lavoro: non mancava mai di parlarmi della sua famiglia, di quanto amasse la moglie Tiziana e i figli. Bastava guardare le fotografie appese nel suo studio per rendersi conto di quanto fosse forte la sua passione per la sua famiglia.

Tra noi non sono mancate anche alcune confidenze personali che lasciavano trasparire la stima e fiducia reciproca. Sapevo che quel “ragazzone” era una persona di cui potersi fidare e lui aveva capito la stessa cosa di me.

Qualche mese fa, quando sono passato nel suo studio per salutarlo e per fargli nuove proposte lavorative, mi accolse come sempre con il suo meraviglioso sorriso nonostante un male incurabile lo stesse consumando dall'interno. Lo trovai visibilmente dimagrito e con poche forze. Gli occhi dicevano tutto ma la sua dignità di uomo non fece trasparire nulla, non voleva rattristare gli altri con i suoi problemi personali e io per rispetto e discrezione non gli chiesi nulla. Scoprii solo in seguito di quella maledetta malattia che purtroppo, la mattina del 12 aprile, l’ha strappato prematuramente e dolorosamente ai suoi cari. Aveva solo 43 anni.

Questo editoriale ho voluto dedicarlo al suo ricordo, a quell'immagine sorridente e positiva che, anche nel futuro, accompagnerà tutte le persone che gli hanno voluto bene.

Ora ti faccio io una confidenza Rolando, mi manchi e vorrei tanto poterti salutare come sempre abbiamo fatto, so che non sarà possibile ma nei miei ricordi la nostra stretta di mano resterà indelebile.

di Daniele Gerardi