...ma manca la prevenzione

Anche se viviamo più a lungo, sedentarietà, alimentazione scorretta, fumo e alcol continuano a essere i punti deboli della nostra salute. Lo dice il rapporto Osservasalute

 Gli italiani ricorrono sempre più spesso a medicinali, soprattutto antidepressivi, si confermano un popolo di sedentari, sono sempre più in sovrappeso e obesi e continuano a fumare, soprattutto i più giovani. È questa la fotografia scattata dalla dodicesima edizione del Rapporto Osservasalute che ogni anno analizza lo stato di salute degli italiani e dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane. A pubblicarlo è l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma ed è coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli, e dal dottor Alessandro Solipaca, segretario scientifico dell’Osservatorio. Lo studio, condotto da 195 esperti (clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti, distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali), rileva anche un altro dato allarmante, l’aumento dei nuovi casi di tumori prevenibili: tra il 2003 e il 2013 tra le donne i casi di tumore al polmone sono aumentati del 17,7 per cento, quelli al seno del 10,5 per cento, mentre tra gli uomini a destare allerta è il tumore al colon retto con il 6,5 per cento di casi in più. «A preoccupare maggiormente sono i quattro fattori di rischio, fumo, alcol, sedentarietà e alimentazione sbagliata» spiega il professor Ricciardi «Sul fumo ci aspettiamo di più, sull’alimentazione il Paese ha un numero allarmante di bambini obesi. Per quanto riguarda l’attività fisica siamo quelli che ne fanno meno al mondo». Insomma, italiani bocciati per quanto riguarda lo stile di vita e la prevenzione. Non manca però, per fortuna, qualche buona notizia, ad esempio l’aumento della speranza di vita per entrambi i generi (passata dal 2002 al 2012 per gli uomini da 77,2 a 79,6 anni e per le donne da 83,0 a 84,4 anni) e una diminuzione del tasso di mortalità infantile, pur con differenze non da poco tra nord e sud (nel 2011 il tasso di mortalità infantile è stato di 3,1 morti per 1.000 nati vivi, in diminuzione rispetto al 2006 in cui era di 3,4).

FUMO SEMPRE IN AGGUATO, SOPRATTUTTO TRA I GIOVANI

Anche se secondo lo studio continua il trend in lenta discesa dei fumatori, resta la fascia critica dei giovani tra i 25 e i 34 anni: il 36,2 per cento degli uomini e il 20,4 per cento delle donne ammettono di usare sigarette e tabacco. La Regione con la più alta densità di fumatori è il Lazio con il 23,6 per cento contro la media nazionale del 20,9. Le Regioni più virtuose sono quelle del Nord-Est. La Lombardia è nella media. Ma sono tanti i fumatori che cercano di smettere di fumare ricorrendo ai centri specializzati antitabagismo delle Asl e di varie associazioni.

DIMINUISCONO I CONSUMATORI DI ALCOL, MA…

Rispetto all’anno precedente sono diminuiti i consumatori di vino, grappa e aperitivi e si ha un leggero incremento degli astemi e di coloro che smettono di bere che ora sono il 34,2 per cento della popolazione. La Lombardia è sulla buona strada, alle spalle di Piemonte e Valle d’Aosta, ha diminuito del 2,8 per cento il numero dei “bevitori” e del 8,7 per cento quello dei giovani consumatori a rischio. La Regione con la maggiore percentuale di donne tra i 18 e i 64 anni che superano i limiti giornalieri ( 1 bicchiere da 125 millilitri di vino) è la Liguria.

AUMENTANO I GRASSI E GLI OBESI

Il 31,8 per cento dei lombardi è in sovrappeso (indice di massa corporea tra 25 e 30). Al primo posto la Campania con il 41,6 per cento, seguita dalla Puglia con il 39,2 e dalla Sicilia con il 39,1. Ma in Italia è aumentata anche la percentuale degli obesi: lo è 1 persona su 10. Complessivamente il 45 per cento degli adulti ha un eccesso di peso. Problema che aumenta con l’età: il sovrappeso passa dal 15,1 per cento della fascia di età tra 18-24 anni, al 46,4 tra i 65 e i 74 anni; l’obesità dal 2,5 al 16,4 per le stesse fasce di età. I bambini e gli adolescenti sembrano quelli più a rischio: il loro eccesso di peso è pari al 26,5 per cento. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi ed è più marcato tra gli adolescenti dai 14 ai 17 anni. Il discutibile primato va alla Campania seguita da Calabria, Molise, Sicilia e Puglia. Le cause? Alimentazione sbagliata e vita sedentaria.

UN POPOLO DI ASPIRANTI SPORTIVI… IN POLTRONA

L’Italia è un Paese di 24 milioni e 300 mila sedentari (il 41,2 per cento della popolazione. L’anno prima erano 23 milioni, pari al 39,2 per cento). E le donne lo sono più degli uomini. Coloro che svolgono un’attività fisica (passeggiare per almeno due chilometri, nuotare, andare in bici e via dicendo) sono il 27 per cento, ma con l’aumentare dell’età però diminuisce l’interesse per lo sport. Eppure muoversi, camminare può essere un economico rimedio per evitare malattie cardiovascolari che costituiscono uno dei più importanti problemi di salute pubblica: sono infatti tra le principali cause di invalidità e mortalità come l’infarto acuto, l’angina pectoris, l’ictus. Le Regioni settentrionali (Lombardia in testa con la provincia autonoma di Bolzano) presentano invece la quota più elevata di persone che praticano sport in modo continuativo.

TROPPE MEDICINE E ANTIDEPRESSIVI

Il consumo dei farmaci è in aumento rispetto all’anno precedente (più 4,8 per cento): sono state prescritte 1.032 dosi al giorno per 1.000 (mille) abitanti, in pratica nelle farmacie sono stati distribuiti circa 1,3 miliardi di confezioni (in media 22 per ogni cittadino) di cui 608 milioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ma si è registrato un incremento del consumo anche per gli antidepressivi, soprattutto in Toscana, a Bolzano e in Liguria. «Questi farmaci vengono utilizzati sempre più frequentemente come parte integrante della terapia di supporto di soggetti affetti da gravi patologia degenerative e oncologiche e i mutamenti dell’aggravarsi della crisi economica possono avere modificato e incrementato i consumi» spiegano gli esperti nella ricerca.

PREGI E DIFETTI DELLA LOMBARDIA
È una delle Regioni con la miglior gestione del diabete, ma anche quella in cui giovani adulti e adulti di mezza età si vaccinano meno contro l’influenza. Partiamo dai primati positivi: la Lombardia vanta un’ottima gestione del diabete di tipo due: presenta un tasso di ospedalizzazione per questa malattia con insorgenza di complicanze entro poco tempo dalle dimissioni molto basso, nel 2012 17,6 casi per 100.000 pazienti, contro una media italiana di 27,2 casi. La frequenza di complicanze acute è considerata un indicatore di qualità di assistenza alle persone con diabete. Sempre sul fronte diabete la Regione presenta un basso tasso di ospedalizzazione in regime ordinario per diabete, classificandosi seconda per questo indicatore dopo il Veneto: 44,07 per 10.000 pazienti contro un tasso medio in Italia di 63,37. Inoltre è la Regione che smaltisce in discarica la minore percentuale di rifiuti (36,9%). D’altro canto, però, è la Regione con la minore copertura vaccinale antinfluenzale (stagione 2013-2014) per giovanissimi, giovani adulti e adulti di mezza età (classi di età 15-17 anni, 18-44 e 45-64 anni): si sono vaccinati infatti lo 0,6%, lo 0,8% e il 3,7% della popolazione nelle tre classi di età indicate, contro un tasso medio italiano di 2,3%, 2,5%, 9,5%.

IL BOOM DEGLI ULTRACENTENARI
Sono molto più che raddoppiati passando da poco più di 6.100 nel 2002 a oltre 16.390 nel 2013. Le donne rappresentano l'83,2% del totale degli ultracentenari. I “giovani” anziani (65-74 anni), invece, sono 6 milioni, il 10 per cento della popolazione, mentre gli anziani (75-84 anni) 4 milioni, il 7,6 per cento degli italiani.


a cura di LUCIO BUONANNO