Gli americani lo chiamano Healing Garden (letteralmente giardino terapeutico o della salute) e lo praticano da decenni. In Italia sta decollando. A Bergamo è stato uno dei temi centrali della quarta edizione de "I maestri del paesaggio", organizzata da Arketipos con il Comune di Bergamo e patrocinata dalla Regione Lombardia, Expo 2015 e da altre associazioni, manifestazione appena conclusa che ha fatto diventare "verde" con alberi, prati, fiori, Piazza Vecchia. Ne parliamo con il professor Giulio Senes, direttore del corso di perfezionamento in Healing Garden e docente alla facoltà di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università di Milano che a Bergamo ha tenuto una relazione.

Cos'è un "Healing Garden" e su quali principi si basa?
Un giardino può essere healing perché è connesso a una struttura sanitaria oppure perché in qualche modo aiuta il processo di guarigione o addirittura perché è parte attiva di un vero e proprio processo di cura; oppure può essere healing perché è esso stesso un luogo dove si cura. Pren-dendo in prestito la definizione della designer di giardini Naomi Sachs, possiamo definire un Hea-ling Garden come uno spazio esterno, ma talvolta anche un'area verde interna, progettato per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone.

Ma per chi si progetta un "Healing Garden"?
In genere per i pazienti di ospedali e strutture sanitarie e per gli ospiti delle strutture socio-assistenziali: sono persone deboli, che soffrono, e richiedono uno sforzo progettuale "paziente-specifico" che rispetti profondamente questa sofferenza. Presentano caratteristiche diversissime per età, patologia e abilità, stato psico-sociale, tempo trascorso nella struttura di cura: si va dal "per sempre" delle RSA, ai giorni/mesi degli ospedali, alle ore nel caso di esami o visite ambulatoriali. è evidente che un giardino per un ospedale pediatrico è diverso da quello per un centro Alzheimer. Ci sono poi familiari e amici dei pazienti o ospiti. Tutti coloro che hanno un proprio caro che sta soffrendo sono coinvolti in questa sofferenza: si pensi ai genitori di bambini colpiti dal cancro o ai figli di genitori ricoverati in residenze socio-assistenziali, magari affetti da demenze, quale carico psicologico devono sopportare. Infine, i luoghi della salute sono frequentati da medici, infermieri che hanno "a che fare" con la malattia e la sofferenza di pazienti e ospiti. I livelli di stress a cui sono sottoposti sono elevatissimi. La molteplicità degli utenti potenziali degli Healing Garden implica che gli spazi debbano essere progettati in modo differenziato e che si debbano progettare tutti i diversi spazi aperti disponibili.

Ma quali sono i benefici?
Possono essere ottenuti attraverso un'esperienza di tipo passivo o con un coinvolgimento attivo nel giardino: sedersi semplicemente su una panchina, fare una passeggiata, fare riabilitazione fisica, giardinaggio. Tra i benefici si possono ricordare: la riduzione dello stress in pazienti, familiari e staff; la riduzione dei costi delle cure (minore consumo di farmaci e minore permanenza nelle strutture di cura); l'aumento dell'autonomia da parte dei pazienti; il miglioramento dell'umore e della qualità globale della vita. Tuttavia, l'interpretazione dei risultati della ricerca è spesso difficile. La domanda su come misurare i benefici degli Healing Gardens rimane ancora aperta e in questo campo c'è molto da fare. E questo è un lavoro su cui l'Università si sta impegnando. I motivi per cui il contatto con la natura incrementa il benessere e favorisce i processi di guarigione si rifanno all'essenza profonda dell'uomo come "essere vivente" in perenne stretto rapporto con l'ambiente che lo circonda e con gli altri esseri viventi. A livello generale si può affermare che l'evidenza scientifica suggerisce che l'esposizione alla luce naturale, l'accesso fisico, le viste su elementi naturali (vegetazione, animali, aria fresca, sole e acqua) dovrebbero sempre essere incorporate nella progettazione delle strutture di cura.

Ci sono piante e fiori per ogni tipo di malattia?
Non si può generalizzare. Si può però dire che le diverse specie vegetali (con la loro diversità di forma, di colore, di tessitura, ma anche con la loro variabilità nel tempo) possono essere utilizzate per "incontrare" le specifiche esigenze di determinate persone in particolari condizioni. Anche in questo campo, la ricerca scientifica è ancora agli inizi.

Lo si può fare anche in casa per ottenere un maggior benessere?
Certamente. Partendo dagli interessi specifici (i miei possono essere diversi dai suoi), si può creare uno spazio ottimale per facilitare il contatto con la natura.

LE PIANTE AMICHE DEL BENESSERE
Nella progettazione dell'Healing Garden non viene lasciato nulla al caso, dalla segnaletica ai percorsi anche per chi usa una carrozzina, alle panchine, al movimento del sole, alle zone d'ombra. Anche la scelta degli alberi, preferibilmente di alto fusto, dei cespugli e fiori deve essere fatta con attenzione in modo da provocare effetti sensoriali come profumo, colore e suoni come lo scorrere dell'acqua. Non devono mancare le piante profumate. E questo vale anche per un Healing Garden domestico. Con l'aromaterapia si stimolano infatti i nostri sensi. Per esempio i fiori di lillà aiutano alla calma, alla riflessione e nello studio. Le rose sono importanti per le donne dalla gravidanza ai disturbi della menopausa. Nei bambini sembrano invece avere influssi positivi per accentuare la creatività. I gelsomini con il loro aroma aiuterebbero la sessualità. Inoltre si possono usare in casa alcune piante che purificano l'aria eliminando sostanze tossiche come benzene, anidride solforosa, formaldeide, ammoniaca e che richiedono poca acqua. Tra queste il ficus, l'aloe vera, il crisantemo, l'edera, la gerbera e lo spatillo.

a cura del PROF. GIULIO SENES
Docente alla Facoltà di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università di Milano