Ridurre o contenere le cause che creano e mantengono l'emarginazione e favorire lo sviluppo delle autonomie personali, sociali e delle capacità specifiche di ciascuno, superando così la logica assistenziale. È questo l'obbiettivo del Progetto Leonardo, appena partito presso l'Habilita RSD Albino (struttura protetta, che si colloca all'interno del sistema delle unità d'offerta sociosanitarie lombarde che afferiscono alla Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale) che accoglie soggetti (dai 18 ai 65 anni) con gravi o gravissime limitazioni dell'autonomia funzionale, impossibilitati a rimanere temporaneamente o permanentemente nel proprio nucleo familiare e quindi bisognosi di un supporto assistenziale specifico e di prestazioni sanitarie continue.

Qui, al momento dell'ingresso, l'ospite viene valutato in base alle caratteristiche medico-sanitarie, educative e assistenziali. Dalla valutazione costantemente aggiornata, poi, vengono definite le diverse necessità e il tipo di intervento che gli operatori presenti nella struttura sono chiamati a fornire, sempre con un unico fine: garantire una qualità di vita il più possibile elevata, considerandone i peculiari bisogni psichici, fisici e sociali, attraverso un'assistenza qualificata e continuativa, in collaborazione con la famiglia e i servizi del territorio.

«A seguito dell'accreditamento, da parte di Regione Lombardia, di 8 posti letto aggiuntivi agli attuali 35, Habilita, come sempre sensibile alle richieste e ai bisogni del territorio, ha deciso di ottimizzare i locali e le risorse della struttura per realizzare un progetto pilota finalizzato a conservare, stimolare, incentivare e potenziare la sfera delle attività funzionali delle persone portatrici di fragilità» spiega Ivano Venturini, Direttore della struttura. «Il Progetto, denominato "Leonardo", intende potenziare gli interventi socio-educativi e riabilitativi dei disabili che dimostrano un buon potenziale cognitivo-motorio, per cui è stata allestita una sezione indipendente di 8 posti letto. I candidati saranno valutati dall'équipe di struttura per poter individuare un gruppo di ospiti omogeneo per potenzialità funzionali residue».

In linea con quanto suggerito dalla legge quadro 5/02/92, infatti, solo attraverso una corretta ed esauriente "diagnosi funzionale", è possibile definire il profilo globale della persona nelle sue sfaccettature cognitive, comunicative, interpersonali, sociali, motorie, percettive, ludiche ed espressive.

Ogni progetto individualizzato contemplerà:
• recupero funzionale delle abilità residue (igiene personale, abbigliamento, alimentazione, linguaggio) per il raggiungimento o il mantenimento di un minimo di autonomia;
• adattamento funzionale degli organi e apparati interessati, tramite un percorso riabilitativo studiato "ad personam";
• bilanciamento comportamentale tramite il recupero di un'accettabile qualità della vita mediante il rispetto delle regole sociali;
• prevenzione e contenimento delle regressioni funzionali, tramite il monitoraggio dell'evoluzione della disabilità e dei fattori di rischio.
Tutto si concretizzerà mediante attività e interventi in diverse aree: cognitiva, motoria, relazionale, espressiva e artistica, pratico-manuale; dell'autonomia personale; area ricreativa.
Durante il progetto gli ospiti saranno ospitati in un'ala appositamente dedicata all'interno della residenza sanitaria, con un salone comune, una sala informatica e una polifunzionale per lo svolgimento di attività educative ad hoc, caratterizzata da attente scelte anche cromatiche, con pareti in tinta pastello monocromatica, per favorire il rilassamento e il recupero delle funzioni attentive e cognitive.
«Il nostro Progetto intende essere una risorsa per tutti i fruitori del servizio (ospiti, loro familiari, enti locali, amministratori di sostegno e tutori)» conclude Umberto Bonassi, direttore sanitario. «I membri dell'équipe multidisciplinare con professionalità mediche e cognitivo-riabilitative coopereranno in base alle loro competenze, al fine di raggiungere un elevato grado di benessere psicofisico e sociale. In particolare saranno messi a disposizione degli ospiti sia competenze mediche (neurologo, cardiologo, internista, fisiatra) sia di tipo riabilitativo, non solo sul versante motorio ma anche su quello cognitivo (psicologo, fisioterapista, educatore)».

a cura di VIOLA COMPOSTELLA
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