Un esame veloce e indolore in grado di "fotografare" con estrema precisione lo stato di salute della retina (cioè il sottilissimo strato di tessuto nervoso in grado di trasformare i raggi luminosi che colpiscono l'occhio in stimoli elettrici che, attraverso il nervo ottico, arrivano al cervello dando le immagini). È l'OCT o Tomografia a Coerenza Ottica, una sorta di TAC per gli occhi, oggi indispensabile per diagnosticare precocemente molte malattie della retina, che nelle fasi iniziali si manifestano con un'alterazione della qualità della vista (visione distorta, visione di una macchia scura fissa centrale, riduzione della capacità di visione). Approfondiamo l'argomento con il dottor Giulio Leopardi, oculista.

Dottor Leopardi, di che tipo di esame si tratta?
L'OCT è un'indagine cosiddetta di imaging, avvicinabile concettualmente alla TAC e alla Risonanza Magnetica che esaminano strato per strato il tessuto con l'utilizzo di raggi X. La differenza fondamentale è che la retina viene esplorata con un innocuo fascio laser a infrarossi, senza l'utilizzo di mezzo di contrasto e in modo assolutamente non invasivo, che permette di ottenere scansioni molto precise e di misurare esattamente (al micron, cioè millesimo di millimetro) lo spessore della retina, rilevando eventuali lesioni o irregolarità degli strati interni altrimenti invisibili all'occhio umano. Le variazioni di segnale del fascio laser così ottenute vengono poi trasformate, attraverso un apposito software, in un'immagine su schermo che permette al medico la loro analisi. Gli strumenti più sofisticati sono completati da un'immagine statistica che consente di evidenziare un'eventuale differenza tra i risultati dell'esame condotto e quanto ci si dovrebbe aspettare da una popolazione campione composta da soggetti normali di quell'età.

E come si svolge?
Al paziente viene richiesto di guardare dentro l'obiettivo di una telecamera. Le scansioni vengono effettuate nell'arco di 1 – 2 minuti, a volte senza nemmeno dover dilatare la pupilla (è comunque consigliabile che il paziente sia accompagnato da chi possa prendere il suo posto alla guida dell'auto per il rientro a casa qualora debba essere esaminato in midriasi, ovvero dilatazione della pupilla, farmacologica).

In che casi, in particolare, può essere utile?
L'indicazione principale dell'OCT riguarda lo studio della macula, ovvero della regione centrale della retina. In particolare rappresenta l'esame più indicato per rilevare l'eventuale presenza delle cosiddette drusen, piccoli depositi di prodotti di scarto del metabolismo delle cellule della retina che le cellule stesse non riescono a rimuovere e si accumulano nel delicato tessuto retinico, compromettendone il corretto funzionamento. Questo fenomeno, che dipende in larga parte dall'età e da una predisposizione genetica, rappresenta l'inizio del processo di invecchiamento della retina (degenerazione maculare senile). Altre lesioni rilevabili con l'OCT sono quelle derivanti dalla retinopatia diabetica e gli edemi (accumuli di liquido) che si possono formare tra gli strati della retina a seguito di infiammazioni (come l'uveite). L'esame OCT può servire, inoltre, come guida nelle terapie di mantenimento a base di complessi vitaminici e antiossidanti, che aiutano le cellule a riassorbire (o per lo meno a non far aumentare) le drusen. Un'altra interessante applicazione è la misurazione della reazione del tessuto della retina ai trattamenti con laser "giallo", strumento di recentissima introduzione che non brucia il tessuto retinico malato, come i laser tradizionali, ma induce una reazione che porta a una riduzione dell'edema intraretinico (dev'essere seguita con misurazioni precisissime, al micron, possibili solo con l'OCT). Infine, rappresenta un'indagine importante per lo studio del glaucoma, malattia che danneggia il nervo ottico ed è tra le principali cause di cecità. L'OCT della testa del nervo ottico infatti permette di evidenziare, misurare e monitorare nel tempo variazioni dello spessore delle fibre del nervo ottico ed eventuali lesioni già in atto.

Nei casi dubbi
A completamento dell'OCT spesso è consigliato un altro esame, la fluorangiografia con mezzo di contrasto. Mentre il primo scatta un'istantanea delle condizioni della retina in un preciso momento, la seconda è un'indagine dinamica che evidenzia eventuali lesioni via via che il mezzo di contrasto avanza nella retina. Di recente introduzione è la fluorangiografia con autofluorescenza possibile con strumenti ad avanzata tecnologia che sfruttano, anziché la fluorescenza del mezzo di contrasto, la fluorescenza dei pigmenti degli strati cellulari retinici per evidenziare eventuali lesioni.

a cura di ELENA BUONANNO
con la collaborazione del DOTT. GIULIO LEOPARDI
Responsabile U.O. Oculistica
- PRESSO POLICLINICO SAN PIETRO DI PONTE SAN PIETRO E ATTIVITA' AMBULATORIALE DI OCULISTICA DEL SAN MARCO DI ZINGONIA -